Rocca San Zenone, un tesoro chiuso a chiave da dieci anni all'interno della chiesa di San Giovanni Battista

Rocca San Zenone, un tesoro chiuso a chiave da dieci anni all'interno della chiesa di San Giovanni Battista
di Lucilla Piccioni
3 Minuti di Lettura
Martedì 4 Ottobre 2022, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 17:18

TERNI Stavolta non si tratta di incuria, o abbandono; i restauri sono stati portati a termine e sono stati identificati i tre pittori che hanno lavorato nella chiesa di San Giovanni Battista a Rocca San Zenone, due dei quali hanno anche datato, 1448 e 1452 i loro lavori. Il restauro ha messo in luce un palinsesto decorativo importante che comprende più di 40 metri quadri di affreschi quattrocenteschi, è stato restaurato anche l'altare maggiore in travertino, datato 1536. Ma nonostante questo piccolo tesoro e nonostante siano passati dieci anni dalla fine del restauro, la chiesa è ancora sotto chiave, impossibile ammirare gli affreschi che contiene. L'ingresso è sbarrato. La chiesa di San Giovanni Battista è un edificio importante la cui fondazione risale probabilmente alla fine del Mille. La struttura originaria aveva una navata unica e la facciata era a capanna. Durante il Seicento la chiesa fu rimaneggiata: la facciata venne fatta avanzare sino alle mura. Ma a conoscerla sono in pochi. Le porte della chiesa di Rocca San Zenone si sono aperte solo per qualche ora, la scorsa settimana, per la presentazione del volume La chiesa di San Giovanni Battista in Rocca San Zenone, edito dalla Thyrus e curato da Maria Cristina Marinozzi, all'epoca dei lavori di restauro docente del liceo artistico Metelli. Il volume è stato stampato in 500 copie grazie al finanziamento dalla Fondazione Carit. E proprio in occasione della presentazione del libro in tanti hanno sottolineato la stranezza della situazione. La Fondazione Carit ha finanziato il restauro, gli studenti del Metelli hanno effettuato il rilievo stratigrafico che è stato prezioso per i restauratori. Una collaborazione importante anche per la scuola ternana. E poi tutto chiuso. Per dieci anni, non se ne è più parlato. A sollevare proteste anche il consigliere comunale di Terni Civica Michele Rossi che, sulla stessa lunghezza d'onda di Maria Cristina Marinozzi, ha proposto di organizzare un itinerario per le chiese ternane che sono chiuse. «Si potrebbe organizzare un'apertura fissa in alcuni giorni o alcune ore, oppure a richiesta con un numero telefonico a cui rivolgersi per una vista», dice Rossi. «Dal lavoro archivistico che hanno effettuato gli studenti del Metelli sono venute fuori notizie interessanti per ricostruire l'ambiente sociale, storico culturale della città di Terni, abbiamo saputo, per citare un esempio, che nella chiesa di San Giovanni Battista c'era una importantissimi confraternita quella del Santissimo Sacramento, che la chiesa era sotto al patronato della famiglia Camporeali che ebbe anche altri prelati tra i suoi, tutte notizie che sono rimaste patrimonio dei pochi che hanno effettuato il lavoro», aggiunge Maria Cristina Marinozzi. Si chiama in ballo, oltre alla Diocesi di Terni Narni e Amelia, proprietaria della chiesa di Rocca San Zenone, anche il comune di Terni nel cui territorio si trova l'edificio di San Giovanni Battista e le altre chiese chiuse come quella di Sant'Alo. Sul problema Michele Rossi ha inoltrato un'interrogazione comunale. Il volume La chiesa di San Giovanni Battista in rocca San Zenone, a cura di Maria Cristina Marinozzi edito da Thyrus non si trova nelle librerie ternane, chi fosse interessato ad averlo si deve rivolgere alla sede della Fondazione Carit in corso Tacito.
Lucilla Piccioni

© RIPRODUZIONE RISERVATA