Ritorno a scuola, Sofia: "Che sorpresa rivedere il viso dei compagni"

Ritorno a scuola, Sofia: "Che sorpresa rivedere il viso dei compagni"
di Remo Gasperini
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Martedì 13 Settembre 2022, 08:03

PERUGIA Mascherine in tasca e sorriso smagliante in faccia. Primo giorno all’insegna dell’allegria per gli studenti che hanno anticipato il rientro (molti altri lo faranno oggi) rispetto alla data canonica del 14 settembre che vedrà in classe tutti i 111.697 iscritti. Di problemi sul tappeto ce ne sono a cominciare dalla ventilazione meccanica dell’aria nelle classi e dal nodo abbonamenti (niente rate) che tiene i trasporti sempre sul banco degli imputati, ma da tutti questo avvio è stato accolto come una liberazione. I primi testimoni di questo nuovo clima dopo quasi tre anni di Dad sono gli studenti del Liceo Scientifico Alessi di Perugia che con i suoi oltre 1.300 iscritti e 57 classi è tra le scuole più grandi della regione.

LE SUPERIORI

Fuori dalla sede centrale del liceo c’è un clima di grande serenità tra gli studenti appena usciti dalle prime ore di lezione. Mattia, Matilde, Sofia, Dario e Tommaso sono i più grandi, quelli del quinto anno che hanno vissuto in pieno la Dad e quest’anno avranno l’esame di maturità: «Dopo tre anni di scuola a distanza o a singhiozzo – dice Dario - ci fa piacere riprendere la normalità che abbiamo perso in secondo liceo.

Resta il fatto che in vista degli esami, che torneranno quelli di un tempo, siamo penalizzati. Sarà dura e si sentirà il peso degli anni in Dad». Quindi nessun rimpianto per il periodo a distanza anche se «alzarsi alle 8 invece delle sei e mezzo era più comodo». Il potersi finalmente guardare in faccia è l’aspetto più gradito dagli studenti: «Ci voleva questo ritorno alla normalità, vedersi senza mascherina è indispensabile per la socializzazione». E c’è chi su questo “rivedersi” completamente ci scherza: «Abbiamo avuto anche sorprese – dice Sofia sorridendo – magari qualcuno con la mascherina sembrava più brutto o più carino di quello che era in realtà…». «E questo vale anche per voi femmine» l’ha rintuzzata pronto un compagno. Tutti i ragazzi senza, mentre tra i docenti c’è chi ancora usa la mascherina «la terrò fin quando l’allerta non sarà più bassa» dice una prof che insegna in una quinta classe del liceo, ma c’è anche qualcuno che l’ha messa entrando in classe e poi l’ha tolta perché «fare lezione con la bocca libera è molto meglio». La quasi totalità dei docenti la tiene però in tasca per ogni evenienza ma non la mette come Ilaria Brunelli e Stefano Piazza, insegnanti di matematica e fisica del liceo che hanno vissuto il primo giorno di scuola con grande serenità: «Sensazione positiva. E’ bello avere davanti i ragazzi con la loro faccia: si facilità il rapporto, la comunicazione. Nessun rimpianto per la Dad in quanto tale. Semmai l’unico aspetto da salvare sono gli strumenti che possono essere utili – sottolinea Piazza – per supportare i ragazzi che hanno bisogno di aiuto su specifici argomenti al di là delle ore di lezione». Bel clima anche tra ragazzi e genitori delle prime classi del liceo Alessi sistemati nella sede di Madonna Alta. «Percezione positiva» dicono due docenti freschi freschi dalla prima lezione. Di un po’ di ansia raccontano i genitori che hanno accompagnato i figli all’esordio. Tutti felici per il rientro alla normalità e c’è anche chi parla di grandi perplessità di come è stata gestita la pandemia in Italia. Tra i ragazzi sorrisi e ottimismo: «Non tornerà, non tornerà», dice Marco deciso mentre prende i compagni sotto braccio per andare a fare uno spuntino.

I COMPRENSIVI

Tutti in classe anche all’IC Perugia 5 (quattro scuole d’Infanzia, tre Primarie e una Secondaria di I grado per quasi 800 alunni complessivi). Dice Fabio Gallina, dirigente del Comprensivo, reduce dal giro dei vari plessi: «Ho augurato un buon anno a tutti ricordando le nuove regole. Visto che non si usano più le mascherine, ho più che mai raccomandato ai docenti di tenere le finestre aperte sia con il caldo che con il freddo quando arriverà». Guardando avanti il preside Gallina, detto che non rimpiange la Dad, vede grosse difficoltà organizzative nel caso il Covid torni a colpire: «Questo è un anno di mezzo e sotto certi aspetti è l’anno peggiore. Ci sono molti punti interrogativi e in caso di una recrudescenza del Covid sarà un problema riproporre il vecchio protocollo. Problemi organizzativi soprattutto sul fronte della sostituzione degli insegnanti eventualmente ammalati: dovremo ricorrere come l’anno scorso alla riduzione dell’orario scolastico per le classi scoperte e senza vigilanza. Speriamo che ciò non accada, ma non nascondo una certa preoccupazione».

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