Il ritorno di Cosmi: «Grifo, è una missione. Andare via dopo "quella partita" mi ha rovinato dentro...». Santopadre: «Questo era il momento giusto»

Il ritorno di Cosmi: «Grifo, è una missione. Andare via dopo "quella partita" mi ha rovinato dentro...». Santopadre: «Questo era il momento giusto»
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Domenica 5 Gennaio 2020, 12:10
PERUGIA - Il ritorno. Con la "R" maiuscola. Perché quella tra il Perugia e Serse Cosmi non potrà mai essere una storia normale. «Sono tornato a casa, al Curi. Ho lo stomaco chiuso. Non ho fatto nemmeno colazione, come da anni non capitava. Se mi aspettavo di essere chiamato dal Perugia? No. Lo speravo, ma non me lo aspettavo». 

Basta guardarlo negli occhi per capire quanto voglia ha di tornare su quella panchina («andrei a giocare subito a Napoli in Coppa...») e di quanto sia consapevole dell'importanza del lavoro che lo aspetta: fare tutto per riportare il Perugia in serie A. «Non si può scegliere un allenatore per quello che può portare a livello di entusiasmo - dice Cosmi -. Quello che conta sono i risultati, sono venuto per fare i risultati, perché c’ho qualcosa qui…nei miei quattro anni al Perugia abbiamo vissuto bei momenti e solo uno brutto. Essere andato via da Perugia dopo quella partita è un qualcosa che mi ha rovinato per tutti questi anni, mi ha rovinato dentro. Sono stato triturato da tante situazioni, ma sono andato via con un qualcosa che non poteva finire in quella maniera. Oggi bisogna tenere un profilo bassissimo. Non ho la presunzione di dire che in poche ore possa aggiustare qualcosa, ma sento di avere la forza e l’esperienza per fare quello che il presidente e Roberto Goretti mi hanno chiesto di fare. E' una specie di missione, un qualcosa che sento dentro».

Una scelta coraggiosa, la definisce Cosmi, quella di Santopadre. Il presidente spiega come ci è arrivato, e spiega anche i motivi perché non l'ha fatto nelle stagioni precedenti: «Sono felice che sotto la mia presidenza Serse Cosmi sia tornato al Perugia. Non ho avuto mai alcuna preclusione nei confronti del mister, ho i miei tempi e penso che non bisogna fare le cose tanto per farle. Questo era l’anno giusto, ne ho sentito la necessità, ho sentito che potesse essere la squadra per Serse Cosmi. C’è una scelta tecnica sull’allenatore, è limitativo parlare di Serse Cosmi solo per entusiasmo. Con Goretti è stata fatta una scelta sull’allenatore, sul suo modo di lavorare e di fare calcio. Sono convinto che quota sia una cosa che può dare buone soddisfazioni con questi tipo di allenatore. Poi c’è la parte emotiva, quella dell’entusiasmo che nel calcio è importante quanto tutto il resto. Ma che se non è supportata dal lavoro sul campo. Voglio chiarire questa posizione. C’è grande stima dell’allenatore, della persona ancora non lo conosco bene abbiamo fatto una cena a Milano. Era importante chiarire. Mai avuto preclusione per Serse. A Cosmi chiedo solo una cosa: di non perdere più al Curi. Di non uscire più a testa bassa perché in questi tre anni è successo troppo volte. Poi è chiaro che se decido di cambiare un allenatore da ottavo in classifica è evidente quale sia la mia aspettativa...».
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