Ristori Covid, centinaia di richieste a rischio revoca

Ristori Covid, centinaia di richieste a rischio revoca
di Michele Milletti
3 Minuti di Lettura
Lunedì 19 Aprile 2021, 08:30

PERUGIA - Contributi a fondo perduto per operatori economici e finanziamenti bancari garantiti da soggetti statali: in una parola, “ ristori” per superare la drammatica crisi economica scatenata da tredici mesi di coronavirus. Centinaia di migliaia di richieste, decine di miliardi di euro messi in campo per dare sollievo a chi ha visto i propri affari crollare sotto il peso della pandemia. Ma anche situazioni da passare al vaglio, perché irregolari se non addirittura criminali.
Da oltre un mese, a Perugia e in Umbria come nel resto d’Italia l’occhio della guardia di finanza si è posato proprio sulla verifica di queste posizioni e in particolare di quelle che, a seguito di un incrocio di dati, risultano irregolari. Quante sono? Un primissimo bilancio parla di «qualche centinaio» ma la situazione è assolutamente in divenire dal momento che i controlli, come detto, sono di fatto appena iniziati.
Insomma, la recente scoperta di quindicimila euro di fondi pubblici finiti a una società di ristorazione considerata particolarmente vicina alla ‘ndrangheta (due locali, uno in pieno centro e una braceria in zona Settevalli) molto probabilmente non sarà un caso isolato in fatto di irregolarità nelle richieste, se non addirittura di elementi di truffa nelle domande presentate e nei ristori liquidati.
I NUMERI
Una mole di lavoro di non poco conto, per i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria perugini diretti dal colonnello Danilo Massimo Cardone e coordinati dal tenente colonnello Antonella Casazza: sulle oltre 29mila domande in Umbria per il fondo di garanzia (dati aggiornati a febbraio 2021), 22.952 sono perugine e 6.721 ternane per un importo finanziato di oltre 1,8 miliardi di euro (405 milioni a Terni) e un importo medio di circa 80mila euro (60mila a Terni).
Una montagna di soldi pubblici, diversi dei quali però agganciati (e liquidati) a centinaia di domande già caratterizzate da profili di criticità: insomma, milioni di euro che potrebbero non solo essere stati percepiti in maniera indebita ma, cosa forse peggiore, forse finiti in mani criminali.
Stesso discorso per le istanze di contributo a fondo perduto: 33.951 le richieste in tutta la regione, a Perugia sono 15.044 le persone fisiche con partita Iva e 11.350 le società che hanno avuto accesso ai contributi a fondo perduto. Quanto è stato liquidato? Quasi 94milioni complessivi in Umbria, 30 per le persone fisiche e 63,9 milioni per le società con i numeri perugini che parlano di oltre 23milioni per le persone fisiche e quasi 51milioni per le oltre 26mila società.
I numeri ternani parlano invece di 4451 persone fisiche, con importi liquididati per 6,7 milioni di euro, e 3106 società per un totale di poco più di 13 milioni di euro liquidati.
LE SANZIONI
Tanti soldi, anche se secondo gli imprenditori e i lavoratori autonomi particolarmente colpiti dalla crisi si tratta di una minima parte di “ristoro” per la contrazione del volume di affari.

Ma a cosa va incontro chi le investigazioni della finanza dimostreranno abbia presentato istanze irregolari? Non c’è soltanto la revoca del ristoro e dunque la restituzione dei soldi. Perché le conseguenze potranno anche essere di natura penale: in particolare i reati che potranno essere ipotizzati sono quello di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ma soprattutto quello di truffa ai danni dello Stato qualora si ravvisassero elementi criminosi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA