Può fermarsi la discarica di Borgogiglione. Rischio stop per i rifiuti di Perugia, Foligno e Spoleto

La discarica di Borgogiglione
di Luca Benedetti
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Domenica 12 Dicembre 2021, 22:36

PERUGIA Quella che l’Auri ha chiamato situazione di pre-emergenza, adesso sul fronte dei rifiuti ha uno scenario che può essere ancora più pesante. C’è il rischio che Gesenu e Tsa blocchino i conferimenti nella discarica di Borgogiglione degli scarti non riciclabili dei rifiuti solidi urbani (il Rur).
La discarica di Borgogiglione non solo serve il sub ambito 2, cioè il Perugino, la media valle del Tevere e il Trasimeno, ma in questo momento, sul fronte del mutuo soccorso impiantistico arrivano anche i rifiuti (una parte va a Orvieto) del sub ambito 3, cioè di Foligno-Spoleto e Valnerina. Ieri il via libera a chiedere alla Regione conto, ragione e come comportasi, è arrivata dall’assemblea della Tsa, la società a maggioranza pubblica (si occupa di gestione dei servizi di igiene urbana di Castiglione del Lago, Città della Pieve, Corciano, Magione, Paciano, Panicale, Passignano, Piegaro e Tuoro) di cui fanno parte anche Gesenu e la vetreria di Piegaro come soci privati.
I bene informati raccontano che c’è una lettera alla Regione del gestore del servizio della discarica Gest srl (l’amministratore unico è Domenico Antognelli), in cui si chiede come muoversi per l’accettazione di quei rifiuti che, a volte, non arriverebbero a un livello di lavorazione accettabile. Ecco perché c’è il rischio dello stop non solo del conferimento ma anche della lavorazione a Ponte Rio, dove gli scarti indifferenziati dei rifiuti vengono selezionati prima dell’avvio in discarica. Una mossa pesante che nasconde l’esplosione di un’emergenza ( Borgogiglione va verso l’esaurimento degli spazi disponibili) che potrebbe palesarsi da un momento all’altro. La discarica di Borgogiglione(di proprietà del Comune di Magione) già da un anno non riceve più i rifiuti speciali e da un mese ha bloccato l’accesso ai rifiuti ingombranti. Primo segnale di una situazione di alta tensione in attesa che la Regione non solo scelga il piano per la chiusura del ciclo, ma dia il via libera alla cosiddetta riprofilatura delle discariche, cioè un ampliamento da un milione di metri cubi. Operazione che sul fronte autorizzativo dei lavori potrebbe avare anche tempi che sfiorano i dieci mesi. Ecco che il calendario corre pericolosamente verso l’emergenza.
Intanto ha lasciato strascichi il niente di fatto dell’assemblea dell’Auri che doveva rinominare due membri del consiglio direttivo dopo le elezioni che si sono tenute a Città di Castello e Spoleto. Nel board sedevano i rappresentanti di quei Comuni.
In una nota, il vice presidente di Auri, Giacomo Chiodini, spiega che «è sbagliato politicizzare l’Autorità regionale per l’idrico e i rifiuti.

L’Auri è un ente partecipativo dei sindaci in un settore estremamente complesso, soprattutto per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti». Chiodini bacchetta i Comuni di Perugia, Marsciano, Bastia Umbra e Amelia.

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