Ridere del virus insieme a Burioni
con la trasmissione “Tutti a casa”

Roberto Burioni
di Lorenzo Pulcioni
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Domenica 26 Aprile 2020, 19:37

Passare il tempo nel miglior modo possibile. Per alleggerire le proprie giornate e quelle degli altri. Ecco la filosofia alla base di Tutti a casa. Il titolo evoca una pietra miliare del cinema che racconta l'Italia nei giorni dell'armistizio. L'emergenza Coronavirus è paragonabile ad una guerra dove la resistenza sta nell'isolamento. Ed ecco che nasce il «non-programma nato per caso dalla quarantena». Definizione di Francesco Lancia, attore ternano ideatore del format.
«Vogliamo strappare un sorriso con ciò che abbiamo a disposizione» dice. Mentre proliferano dirette social su ogni tipo di piattaforma, l'idea alla base del programma è semplice: una lunga videochiamata su Facebook tra ospiti che si alternano. «E' difficile trovare la forza di riderci su, almeno per me, ma questo del resto è il lavoro del comico. D'altra parte, le persone in questo momento non vedono l'ora di staccare un po' la testa. La spinta per essere positivi la troviamo proprio nel motivo per il quale è nato questo non-programma. Cercare di crearci una piccola e positiva bolla in cui, per un tot a sera, cerchiamo di alleggerire».
Protagonisti, di volta in volta, i giovani talenti della stand-up comedy made in Italy con incursioni a sorpresa di musicisti come Calcutta e Rocco Tanica o dell'ormai celebre dottor Roberto Burioni. Si ride, si scherza, ci si intrattiene a vicenda e si strappa un sorriso a chi guarda in streaming. Naturalmente ognuno a casa propria.
«Come comici siamo abituati a cercare sempre di vedere il lato ridicolo delle cose, che c'è, anche in una tragedia come questa, perché l'essere umano è ridicolo di suo, quasi sempre. In più pensiamo che alleggerire ci permetta, per un'ora o due di non pensare a questo continuo bombardamento di notizie orride, nel tentativo di ritardare, solo ritardare, la completa perdità di lucidità» spiega Lancia.
Tutti a casa è una metafora perfetta di questo particolare momento in cui la vita è sospesa e dove, forse, più di tutto conta sfruttare ciò che si ha fino in fondo. Anche se la connessione va e viene, l'audio a volte si blocca e l'immagine non è sempre pulita. Ma con ingegno, tanta fantasia e un bel po' di conoscenze informatiche che magari a occhio nudo sfuggono, l'attore ternano è stato capace di inventarsi qualcosa che, a suo modo, verrà ricordato anche dopo.
«Come sarà il mondo finita l'emergenza? E' difficile fare previsioni. Ne usciremo cambiati? Me lo auguro. Come? Non ne ho idea, né se sarà in meglio, né se sarà in peggio».
Il programma, assicura il suo ideatore, terminerà «appena finiranno i domiciliari e, speriamo, ognuno tornerà alle sue carriere e alle vite di prima». Per quanto inevitabilmente cambiate. Ma per capirlo meglio si dovrà aspettare ancora qualche settimana. Dal 4 maggio in poi si potranno fare le prime valutazioni.
 

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