PERUGIA - L'uomo deceduto dopo un intervento al femore sarebbe morto per un'infezione. Infezione da enterococcus faecalis presa in ospedale.
Sono questi i primi particolari che emergono dall'autopsia disposta dal pubblico ministero Massimo Casucci che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti. A far partire le indagini è stata la denuncia della famiglia dell'uomo, un 76enne di origini calabresi e residente a Corciano, convinta come non sia «assolutamente accettabile che in un paese civile si debba morire per una frattura al femore».
L'uomo è infatti deceduto lo scorso 24 agosto, dopo essere stato ricoverato la prima volta a giugno per subire un intervento di sostituzione protesica femorale, in seguito a una frattura. Dopo l'operazione, è il racconto della moglie nella denuncia, il 76enne è caduto «più volte» in ospedale, «con conseguente lussazione della protesi». Da lì, dopo le dimissioni, fu nuovamente ricoverato per un giorno per l'osservazione della ferita «che era in condizioni veramente preoccupanti». Seguì un nuovo intervento e dagli esami emerse la grave infezione, con le ferite che hanno continuato – come confermato dalle foto allegate alla denuncia - «ad emettere liquido infetto». A luglio il 76enne viene trasferito in una struttura protetta, per poi tornare al Santa Maria della misericordia a metà agosto, trasferito nel reparto di Ortopedia e Traumatologia. Un penoso susseguirsi di eventi, durato oltre due mesi, per la sua famiglia che ha denunciato anche la «difficoltà ad avere colloqui con i sanitari per cercare di capire effettivamente cosa stesse accadendo». Finché martedì scorso, «nonostante alla visita della mattina nessun sanitario avesse rilevato alcunché» è il finale, l'uomo è morto.
LE INDAGINI
Un decesso su cui la famiglia, assistita dall'avvocato Delfo Berretti, ha chiesto chiarezza e la procura si è mossa subito per cercare la verità.