Restart, fondi-ossigeno per oltre 900 imprese: come avere i 18,5 milioni della Regione

Restart, fondi-ossigeno per oltre 900 imprese: come avere i 18,5 milioni della Regione
di Fabio Nucci
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Venerdì 10 Luglio 2020, 07:30

PERUGIA - Sono oltre cinquemila le richieste pervenute a Gepafin per accedere al fondo prestiti Restart che la Giunta regionale, su proposta dell’assessore Michele Fioroni, ha varato a fine aprile per far fronte all’emergenza Covid. Una pioggia di domande gestite dal portale Umbriainnova (che vede in campo anche Artigiancassa) che in alcuni casi almeno per metà dell’importo potrebbero tradursi in contributi a fondo perduto. A fronte dei 18,5 milioni di euro stanziati in due tranche dalla Regione, sono 911 le domande “processate”, «un’ottantina delle quali in corso di approfondimento», come riferito da Marco Tili, direttore generale di Gepafin. C’è speranza anche per chi al momento non è rientrato nella graduatoria con altri 10 milioni di euro pronti per integrare il fondo. «Siamo in attesa del disco verde della Commissione europea sulla rimodulazione dei fondi strutturali», fanno sapere dall’assessorato.
Un’opportunità preziosa per le imprese umbre provate dall’emergenza sanitaria e dal lockdown per superare i problemi di liquidità che stanno attanagliando molte di loro. «Non si tratta di una misura di garanzia ma credito diretto – ha più volte precisato l’assessore Fioroni - soldi veri che vanno direttamente alle imprese, non legati a moltiplicatori da attivare». Ad oggi sono circa 360 le imprese cui Gepafin ha già inviato le schede per l’antiriciclaggio, come dispone Bankitalia. «Domande per le quali abbiamo ricevuto Durc e certificazione antimafia – spiega Tili – e per le quali siamo pronti a erogare i finanziamenti. Contiamo di concludere le operazioni nell’arco di una decina di giorni». In 15 casi, i fondi sono già stati erogati. Sulle 9.037 domande acquisite dal sistema, sono 165 quelle escluse. «Questo a dimostrazione del fatto che su tale misura è stato fatto un controllo approfondito da parte della struttura – aggiunge Carmelo Campagna, presidente Gepafin – su domande inoltrate da imprese che non avevano i requisiti richiesti dal bando. Un passaggio cruciale per evitare “l’assalto dei furbi”».
Il bando prevede l’erogazione di un finanziamento agevolato (5 anni con due di preammortamento al tasso dello 0,50%) con un importo minimo di 5mila euro e uno massimo non superiore al 25% del fatturato conseguito dall’impresa nel 2019 e comunque non sopra i 25 mila euro. L’importo massimo erogabile dai fondi Restart comprende anche l’eventuale finanziamento ottenuto tramite il decreto Liquidità, a meno che l’impresa richiedente lo scorso anno non abbia avuto un fatturato superiore a 100mila euro. Un altro aspetto che ha reso particolarmente appetibile la misura, la possibilità, superato il preammortamento, di trasformare la metà del finanziamento (12.500 euro al massimo) in contributo a fondo perduto. Il bando prevede infatti che al termine dei due anni la metà del valore del prestito possa estinto automaticamente in via anticipata a patto che nell’azienda si sia verificata una determinata condizione. Ad esempio, se l’impresa ha aumentato di almeno un’unità i dipendenti rispetto al totale del 31 dicembre 2019. Tale ulteriore vantaggio scatta anche se nei due anni di preammortamento l’impresa abbia investito in beni finalizzati ad aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro o di somministrazione in relazione all’emergenza Covid-19; abbia acquisito dispositivi di sicurezza individuali o sostenuto spese per l’acquisizione di strumenti produttivi e tecnologie digitali.

Per ricevere il fondo perduto, inoltre, l’impresa non deve aver beneficiato di altri aiuti di Stato per l’acquisto degli stessi beni.

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