Renzo Arbore e l'Orchestra italiana
stasera al Lyrick di Assisi, con uno
show tra canzone napoletana e TV

Renzo Arbore e l'Orchestra italiana stasera al Lyrick di Assisi, con uno show tra canzone napoletana e TV
di Michele Bellucci
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Giovedì 27 Febbraio 2020, 11:00
ASSISI - Questa sera al Teatro Lyrick di Assisi Renzo Arbore e della sua Orchestra italiana porteranno sul palco un vortice di canzoni tra passato e presente, condite con una dose di “frizzantezza partenopea” (inizio alle 21.00). Il celebre “show-man” napoletano, molto legato all’Umbria e presidente della Fondazione Umbria Jazz, sarà accompagnato da una formazione di 15 talentuosi musicisti come Gianni Conte, Barbara Buonaiuto, Mariano Caiano, Giovanni Imparato, Massimo Volpe, Gianluca Pica, Michele Montefusco, Paolo Termini, Nicola Cantatore, Peppe Sannino, Roberto Ciscognetti, Massimo Cecchetti, Raffaele La Ragione, Salvatore Esposito, Salvatore della Vecchia. Insieme sono pronti a far vibrare il teatro attraverso le appassionate melodie della musica napoletana e non solo. Uno spettacolo di circa tre ore che, in oltre un quarto di secolo d’attività, ha girato praticamente tutto il mondo.
L’appuntamento fa parte della stagione di eventi promossa da Aucma e Mea Concerti ed è realizzato in collaborazione con il Comune di Assisi.

Renzo Arbore, è felice di tornare ad Assisi?
Davvero molto, anche perché con l'età le emozioni invece che diminuire crescono. Da giovani sembra tutto normale, invece ora suonare e cantare in un posto come il Lyrick e soprattutto in una città come Assisi, dove sono stato tante volte per onorare il santo e fare gite, mi emoziona. So che questo concerto diventerà anche un po' sentimentale…

Come descriverebbe lo spettacolo che proporrete?
Uno spettacolo di arte varia. È un concerto mio ma anche di altri musicisti, grandi musicisti che non stanno solo lì ad accompagnarmi. Un'orchestra stabile, probabilmente la più longeva del mondo visto che siamo insieme da 28 anni. Proporremo canzoni napoletane ma anche altri brani italiani di grande valore, con un pizzico di swing e un po’ di miei ricordi e aneddoti dal mondo della televisione.

Ultimamente lei sembra molto attivo anche sul web…
Sì! Ho un sito un po' carbonaro, renzoarborechannel.tv, ma non faccio molta pubblicità perché devo ancora lavorarci. Io sono un grande navigatore notturno, è una delle cose che mi appassiona di più, quindi lì metto cose che penso meritino d’essere viste.

Ad esempio?
Ci sono quelli che chiamo i video “fundamentals”, ovvero per capire Brignano o altri comici romani devi partire da Fabrizi e Sordi. Stessa cosa per Napoli e Milano. Una volta noi compravamo la Treccani per vedere chi era Toscanini, oggi abbiamo questo dono della provvidenza che è internet e riusciamo a sapere tutto senza fatica.

Il web fa bene alla musica?
Sì, sebbene la rete induca a vedere cose appena uscite, mentre c'è tanta tradizione che merita attenzione. Anche l’ultima edizione di Sanremo lo dimostra, con le vecchie canzoni riproposte sul palco. È tempo di riscoprire il valore artistico di cose che fino a pochi anni fa venivano ritenute del passato e ora possono godere di nuova giovinezza. Le canzoni napoletane ad esempio non sono del passato, sono del presente e anche del futuro. Le cosiddette canzonette”, non so La prima cosa bella o Almeno tu nell'universo, hanno un valore artistico che non bisogna dimenticare, anzi vanno messe nell'album delle opere d'arte. Come la classica o il melodramma. Alcune canzoni rimangono per sempre, nello scrigno delle cose belle.

Quindi lei è una sorta di “guida” per usare bene la rete?
La rete viene ancora utilizzata frettolosamente, invece è un'enciclopedia straordinaria, che va scoperta. Per un musicista come me, che tra l'altro ama l'umorismo, è qualcosa di meraviglioso. Grazie a essa anche i giovanissimi possono scoprire perle del passato. Ricordo che quando Jovanotti ha sentito le canzoni di Murolo su internet mi ha confessato di aver scoperto un mondo...

Questa cosa entra anche nello show che proporrete ad Assisi?
In un certo senso. C’è anche il momento rap nello spettacolo! Alla mia età sento la responsabilità di suggerire alle persone quel che vale la pena ricordare, quel che le nuove generazioni devono sapere. Del resto ho fatto il dj, con Boncompagni, segnalavo i cantanti buoni e i meno buoni. Abbiamo creato una cultura, da Battisti a Patty Pravo, poi il rhythm 'n blues. Diciamo che questo spettacolo rispecchia molto di me.
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