«No al risarcimento da un milione». La Regione vince la guerra sull'affitto del palazzo dei partiti

«No al risarcimento da un milione». La Regione vince la guerra sull'affitto del palazzo dei partiti
di Egle Priolo
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 11:06
PERUGIA - La scelta della risoluzione del contratto d'affitto di palazzo Monaldi da parte della Regione è «legittima». Così il tribunale civile in appello ha ribaltato la sentenza di primo grado in cui il giudice un anno fa aveva dato ragione alla società proprietaria dell'immobile, che aveva fatto causa dopo il recesso unilaterale di palazzo Cesaroni.

Palazzo Monaldi, storico edificio con affaccio in via Baglioni, costola di pregio della sede dell'assemblea legislativa, tetti bassi e dedalo di scale e stanze, infatti per anni era stato la residenza di diversi gruppi politici. Da Rifondazione comunista a Forza Italia e Pdci, i consiglieri e i loro collaboratori dal 1997 hanno potuto usufruire di uno dei palazzi signorili del centro di Perugia - fatto costruire dal cardinale Benedetto Monaldi Bracceschi – come loro ufficio. Ma solo fino al 2014, quando l'ufficio di presidenza dell'assemblea legislativa (presidente Eros Brega) a novembre decide di recedere dal contratto di affitto da oltre 400mila euro l'anno firmato nel 2010 e in scadenza solo nel 2016. In fondo era appena stato tagliato il numero dei consiglieri regionali, da 30 a venti, e si è pensato che palazzo Cesaroni bastasse per ospitare tutti, a fronte di un risparmio davvero cospicuo per le casse dell'ente. Una decisione che la proprietà, la società Palazzo Monaldi srl, costituita appositamente nel 2008 dopo l'acquisto dell'edificio dall'Ina per quasi cinque milioni di euro, chiaramente non ha mandato giù. Da qui, la causa contro la Regione con la richiesta di un risarcimento da un milione di euro.
Il primo round era stato vinto, a giugno 2019, proprio dalla società. Ma la Regione, assistita dall'avvocato Mario Rampini, aveva subito anticipato la volontà di ricorrere in appello. Detto fatto, con il tribunale che questa volta ha dato ragione all'ente, con buona pace dei soci della srl. Adesso si attendono solo le motivazioni della sentenza, per scoprire come proseguirà la storia del palazzo, attualmente ancora vuoto.
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