Jazz & core, Ranieri apre Uj.
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Massimo Ranieri e Stefano Di Battista
di Fabio Nucci e Michele Bellucci
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Sabato 9 Luglio 2016, 00:36 - Ultimo aggiornamento: 11:23

PERUGIA Un Massimo Ranieri sobrio meno 'one man show' e più interprete ha fatto il suo esordio a Umbria jazz nella prima serata del festival. L'edizione delle contaminazioni nella quale il cantattore ha portato la sua Napoli, filtrata attraverso la lente del jazz. "Grazie all'organizzazione per aver creduto in questo progetto, un'idea del mio produttore Mauro Pagani. Se 50 anni fa mi avessero detto che un giorno avrei suonato a Umbria jazz avrei risposto, voi siete pazzi". Da Spiga 'e grano a Tammuriata nera, da Anema e core a Resta cu' mme, la serata si anima fino a Tu vuo' fa l'americano che segna anche l'abbandono della giacca bianca (forse complice di un insolito "ingessamento" a inizio concerto, insieme all'emozione di questa prima volta) regalando sprazzi del Ranieri 'Son desto'. Sullo sfondo, ma fino a un certo punto, il quintetto di Enrico Rava, autentica jazz band: Stefano Di Battista, Rita Marcotulli, Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli disegnano raffinate trame che il pubblico, vedi Luna Caprese, non ha mancato di sottolineare con frequenti applausi. Con loro, anche la giacca bianca diventa uno smoking. Dopo un'intensa versione di Malafemmena, sul palco sale Mauro Pagani per l'omaggio a Pino Daniele: Tutta n'ata storia. L'apertura di serata è stata affidata al batterista Sammy Miller che, insieme ai suoi The Congregation, ha dato al pubblico del Santa Giuliana un assaggio del sound newyorkese contemporaneo. Un lungo showcase a tratti spettacolare, tra armonizzazioni vocali e improvvisazioni ai piedi del palco, nonostante l'Arena non sia sembrato il contesto più appropriato. Maggiormente convincente il bis notturno ai Giardini Carducci.

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