Rancore: «A Perugia uno spettacolo
per scacciare l'ansia e celebrare la
complessità». Stasera all'Urban club

Rancore: «A Perugia uno spettacolo per scacciare l'ansia e celebrare la complessità». Stasera all'Urban club
di Michele Bellucci
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Venerdì 16 Dicembre 2022, 12:49

PERUGIA - Questa sera all’Urban Club fa tappa il “Riverock winter edition”, rassegna di concerti curati dagli organizzatori del noto festival assisano che in esclusiva regionale è riuscita a portare lo “Xenoverso Tour 2022” di Rancore. Il rapper romano presenterà al pubblico umbro il suo sfaccettato progetto musicale dando vita a un potente e tecnologico show.

Rancore, per portarla qui hanno unito le forze Riverock e Urban, lo sa?
Sì e anche per questo non vediamo l’ora di portare questo show a Perugia. Ogni cosa importante necessita di più forze che si aiutano a vicenda, da sempre, ma in questo momento storico più che mai. Dopo una lunga attesa, tra silenzio e solitudine, è molto stimolante tornare a fare qualcosa con gli altri.

Parla anche del pubblico?
Decisamente. Sotto il palco ho ritrovato la felicità delle persone, che a volte vengono spiazzate nel rendersi conto che non è un semplice concerto ciò che proponiamo. È uno spettacolo vero e proprio e si coglie la loro voglia di partecipare.

Quali sono gli elementi fondanti di questo spettacolo?
L’ho costruito per creare un percorso psicologico, una vera narrazione: inizia con un protagonista, poi subentra un cattivo, ci sono delle regole, le scenografie e tante altre cose. È una favola, ma anche un viaggio mentale e non lo vivo solo io che sono sul palco ma anche chi è lì sotto.

Del resto anche l’album “Xenoverso” ha una notevole complessità….
Sì e sono contento di essere riuscito a trasformare la complessità del disco in qualcosa di visivo, ovviamente semplificandola un po’.

Uno dei temi che affronta è quello del futuro, perché?
Ho la sensazione che siamo incastrati in una specie di presente continuo.

Si vuole dimenticare il passato e pesa l’incertezza del domani. Questo sta influenzando parecchio l’arte, in tantissimi ambiti. Nella musica come nel cinema ho notato un grande cambiamento, dato dall’approccio che porta a voler sfruttare in maniera immediata le cose, come se non ci fosse un dopo. Ma la complessità richiede tempo.

Quale potrebbe essere l’antidoto a questa deriva?
Spero che si torni a viaggiare nel tempo, come faccio con Xenoverso. Mischio Pascoli alle favole cyberpunk, mi piace miscelare passato e futuro. Questo eterno presente ha portato a un’ansia diffusa e credo che si possa usare l’arte per estraniarsi, per portare le persone altrove…

Quanto tempo ha impiegato per realizzare “Xenoverso”?
Ci sono voluti anni! In effetti nel 2016 stavo già scrivendo questo “diario” che poi è diventato il disco. Oggi non succede così spesso. Non ci sono neppure più icone, perché si crea invece il cosiddetto trend, che poi sostituiamo con il successivo trend. Mi piacerebbe che non si perda questo livello di complessità.

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