Morta il giorno del suo diciottesimo
compleanno, ad ucciderla
è stato un mix di droghe ed alcol

Morta il giorno del suo diciottesimo compleanno, ad ucciderla è stato un mix di droghe ed alcol
di Nicoletta Gigli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Marzo 2021, 09:05

AMELIA Maria Chiara se n’è andata per un’insufficienza cardiocircolatoria acuta dopo aver assunto un mix di sostanze. E’ scivolata dal sonno alla morte, nel giro di pochi minuti, tra le due di notte e le otto di mattina del 10 ottobre. E’ quanto accertato dal team di periti incaricato dalla procura di far luce sulle sostanze che hanno spezzato per sempre i sogni di Maria Chiara Previtali, la neo diciottenne amerina trovata senza vita nell’appartamento del fidanzato, Francesco Gnucci. La perizia del medico legale, Massimo Lancia, e quella redatta da Paola Melai, responsabile del laboratorio di tossicologia forense dell’istituto di medicina legale di Perugia, alla quale era stato affidato il compito di analizzare la presenza e la composizione minuziosa dello sballo senza ritorno, sono state depositate in procura nei giorni scorsi.
«Si ritiene molto probabile che l’insufficienza cardiocircolatoria acuta - scrive Massimo Lancia - sia stata determinata dall’assunzione di numerose sostanze ad azione tossica quali eroina, cocaina, alcol e thc. L’eroina era in fase di eliminazione, quindi l’assunzione era datata molte ore prima della morte. La successiva assunzione di alcol etilico e cocaina in quantità non elevate, insieme al sonno e alla pregressa assunzione di eroina, ha interagito e portato a questa morte molto rapida, realizzatasi nel sonno nel giro di pochi minuti, per insufficienza cardiocircolatoria acuta». Anche la perizia tossicologica della dottoressa Paola Melai mette in evidenza come la neodiciottenne avesse nel corpo tante sostanze: alcuni metaboliti della cocaina, cannabinoidi e una modesta quantità di eroina in fase di eliminazione, legata all’assunzione riconducibile a svariate ore prima del decesso. Quell’eroina che il fidanzato di Maria Chiara confessò agli investigatori di averle iniettato la mattina precedente a Roma. Fu lui, nella ricostruzione minuziosa della giornata di venerdì 9 ottobre fatta nella caserma dei carabinieri di Amelia, ad addossarsi la responsabilità di aver iniettato l’eroina comprata a Roma alla sua fidanzata. Quel buco di coppia per festeggiare i 18 anni di lei, il primo per Maria Chiara, purtroppo fu un viaggio senza ritorno.
Alle operazioni peritali dei due professionisti incaricati dalla procura presero parte i consulenti Mauro Bacci, nominato dall’avvocato, Manlio Morcella per conto della famiglia della giovanissima vittima, e Laura Paglicci Reattelli, scelta dall’avvocato Francesca Carcascio, che difende Francesco Gnucci. Che al momento è l’unico indagato per il decesso di Maria Chiara, con la pesante accusa di omicidio preterintenzionale. Gli investigatori dell’arma, che da mesi indagano contro ignoti per l’ipotesi di “morte come conseguenza di altro reato”, continuano fuori regione la caccia al pusher che ha ceduto la droga.

© RIPRODUZIONE RISERVATA