I fatti, avvenuti a Monteluco di Spoleto, risalgono al 2007 quando il fotografo, che nonostante il pagamento anticipato di 1.500 euro eseguì un lavoro ritenuto insufficiente e di scarsa qualità, venne accompagnato in un luogo isolato dove gli venne mostrata un'arma. In quella circostanza – si legge nel capo di accusa – i due imputati, originari di Montefalco e di Viterbo, si impossessarono di un computer Toshiba, due telecamere Pentax, un assegno da 350 euro e della sua macchina fotografica digitale. I due (difesi in aula dagli avvocati Guido Bacino e Camillo Franceschini) pretendevano a tutti i costi di avere i soldi indietro e minacciarono la persona offesa di non chiedere aiuto ai carabinieri altrimenti lo avrebbero ucciso. Seguirono botte e conseguenti lesioni con una prognosi di qualche giorno. I giudici d'appello (presidente Giancarlo Massei, a latere Fabio Massimo Falfari e Andrea Battistacci) hanno deciso di riqualificare le accuse in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, reato dunque già prescritto, nonostante la richiesta del pg Giuliano Mignini di confermare la condanna di primo grado.
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