Provincia di Perugia, la segretaria timbrava per il dirigente. Accertamenti su presenze e buoni pasto

Provincia di Perugia, la segretaria timbrava per il dirigente. Accertamenti su presenze e buoni pasto
di Luca Benedetti e Michele Milletti
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Giovedì 23 Settembre 2021, 10:15

PERUGIA  Anche i buoni pasto. Legati alle presenze in ufficio. La guardia di finanza controlla ogni angolo del faldone acquisito alla Provincia di Perugia. E dopo un mese dalla prima pesca negli uffici di piazza Italia e di via Palermo, torna alla ribalta la vicenda delle presenze. Che avrebbe un peso importante dentro l’esposto che ha fatto scattare l’acquisizione su delega alle fiamme gialle di due Procure, quella penale e quella contabile.
Il nodo è legato alla presenze. Soprattutto quelle di un alto dirigente dell’ente di piazza Italia. Nell’esposto ci sarebbe scritto di come lui fosse al lavoro, ma solo sulla carta. Timbratura precisa, ma presenza lontana da piazza Italia. E c’è il sospetto che per quelle timbrature fuori norma ci sarebbe stato un aiutino da parte di una persona dell’ufficio, forse della segretaria.
Su questi passaggi ci sarebbero anche riscontri da parte di chi è stato ascoltato. Non più fedelissimo, ma disposto a spiegare alle fiamme gialle quello che accadeva. Ecco perché i finanzieri hanno incrociato le presenze, con i buoni pasto a cui il dirigente aveva diritto in base ai giorni di rientro pomeridiano. Cifre e numeri riscontrati con le parole di chi poteva sapere. Tra l’altro si racconta che in quella partita c’è anche chi ha dovuto cambiare ufficio. Perché?
Naturalmente l’eventuale trucco delle presenze con il cartellino in mano non al titolare di un prestigioso ufficio, è tutto da dimostrare. Così come è da dimostrare l’eventuale beneficio del ticket per il pasto nel giorno del rientro in cui il lavoro pomeridiano era, almeno secondo quanto segnalato nell’esposto, soltanto fittizio.
Quello delle presenze è uno dei tanti filoni che si possono
estrapolare dalle carte arrivate nelle due procure. E che infilano sospetti e veleni i un ente che è finito nel mirino sia con la vicenda del sottufficiale infedele che intascava le multe(l’altro giorno è iniziato il processo penale), ha acceso tensioni per l’esposto dell’attuale comanda te della polizia provinciale sulle indennità di turno non pagate ai proprio agenti ed è passato per l’affondo dello scorso inverno da cui è partita l’indagine su cui stanno lavorando le fiamme gialle.
Tra presenze con il trucco, una pistola esibita senza averne il diritto all’utilizzo in servizio, le auto della provinciale che hanno percorso chilometri non per servizi di istituto e gli appalti sotto soglia per lavori(nei locali della Provincia all’isola Polvese), pulizie, servizio officina e un centinaio di casi che sono al vaglio dei finanzieri oramai al lavoro da oltre un mese.

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