Quindi, per dieci anni il docente di microbiologia, titolato e felice, ha mantenuto la cattedra all’Imperial College London, uno degli Atenei più prestigiosi al mondo, e quella del meno noto Studium di Perugia ricevendo i relativi stipendi e facendolo, di fatto, sapere a tutti.
A parte il tempismo degli amministrativi che fin dai primi anni 2000 (sono gli stessi di allora) hanno avuto ovviamente altro da fare che controllare le peripezie contabili di Crisanti, in molti ora si chiedono se il prof sia l’unico a essere riuscito a occultare così bene il suo sdoppiamento della contabilità. Davvero a nessun altro tra i mille e più operatori dell’Università è finito sul conto l’assegno di una consulenza con la Regione o con qualche azienda privata assieme allo stipendio? Sul serio non ci sono state doppie nomine passate inosservate cui è stato rimediato in maniera postuma?
Un solo, unico, caso scuote la distrazione accademica sulla pitagorica della busta paga? L’analogo dilemma si consuma con la sanità regionale alle prese con un’inchiesta e con un funzionario, Antonio Perelli, il cui incarico era decidere come e quanto rimborsare le farmacie, compresa la sua. E allora: quanti impiegati pubblici decidono in ufficio gli appalti da assegnare e nel pomeriggio frequentano gli studi privati che ne hanno fatto richiesta? Crisanti, impegnato in una delle migliori ricerche sulla malaria, probabilmente è stato tradito dalla zanzara tigre. Tranquilli allora, con tutti gli altri bastano un paio di cimici.
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