Terni, l'allarme del procuratore Liguori: «Qui una valanga di soldi della mafia ripuliti da un giro di aziende prestanome»

Terni, l'allarme del procuratore Liguori: «Qui una valanga di soldi della mafia ripuliti da un giro di aziende prestanome»
di Nicoletta Gigli
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Sabato 22 Maggio 2021, 11:04

Le nuove mafie fanno le indagini di mercato e mettono le tende dove trovano terreno fertile. Come a Terni, rotta favorevole per il traffico di droga e investimenti criminali. Le mafie ormai lavorano da remoto compiendo reati nuovi, societari e tributari. Comprano le aziende e le usano come “lavanderie”. Su Terni c’è un fenomeno concreto. Qui la mafia arriva grazie a investimenti su aziende con sede legale nelle metropoli e sede operativa in città. E questo perché chi fa operazioni sospette sa che a Roma o Milano viene beccato subito mentre qui, grazie alla scarna pianta organica di agenzia delle entrate e guardia di finanza, sa che statisticamente la possibilità di essere pizzicato è pari a zero».

Il procuratore Alberto Liguori è un fiume in piena. Ha appena concluso l’audizione in commissione consiliare d’inchiesta antimafia tracciando, in modo a dir poco dettagliato, la situazione attuale della sua giurisdizione. Un quadro che non fa il paio con la relazione nazionale antimafia, secondo cui in Umbria non si registra il radicamento delle mafie.

Nuova mafia. «La mafia non è più quella di coppola e lupara - dice.

Ha fatto passi da gigante grazie all’informatizzazione, che consente di gestire da remoto fenomeni economici studiando mercati nuovi che si prestano ad essere aggrediti, perché sui nostri territori, che sono genuini, manca una letteratura criminale. Qui la movimentazione di flusso di denaro dà meno nell’occhio ed i controlli sono più diradati».

L’istantanea scattata dal procuratore è quella di una città scelta da prestanome che arrivano qui, aprono le aziende, fanno fatture per operazioni inesistenti, incassano i soldi e spesso riescono a farla franca.

«Ci preoccupiamo tanto di riformare il sistema fiscale e combattere il nero quando invece dovremmo preoccuparci di quello che si fa alla luce del sole - insiste Liguori. Qui arrivano fiumi di denaro e sarebbe interessante capire quante aziende chiudono, quante aprono, che tipo di manodopera ci lavora. Sappiamo bene che la mafia si porta la propria manodopera perché non la paga. E’ urgente capire chi entra nei nostri mercati, perché lo fa, capire se entra solo per fare business criminale o per occupare dei territori».

Di esempi il procuratore ne ha da vendere: dai ternani assoldati dalla mafia nigeriana e rumena per fare gli autisti e il lavoro sporco legato al traffico di droga a quelli che "prestano" le case o i bar a criminali stranieri. 

«L’usura è superata, ormai la fanno solo i poveracci» insiste il procuratore. Che si dice «fiducioso nelle azioni per combattere questa barbarie. Con le forze dell’ordine, in particolare la guardia di finanza, ci stiamo specializzando: la nuova frontiera è aggredire i patrimoni per poi trovare le persone».

In commissione antimafia Alberto Liguori torna a parlare di adolescenti morti per lo sballo, del disinteresse sul tema, di pusher che sfuggono ai controlli del sistema sanitario.

«Purtroppo sulla tragedia di Flavio e Gianluca è calato il sipario. Aspettiamo le prossime morti poi facciamo la processione, gli appelli e tutto torna nel silenzio».

Liguori ricorda di aver «liberato i parchi e le piazze con l’operazione Gotham» e di aver «invitato le istituzioni ad aprire le agende politiche occupando quei luoghi per impegnare i ragazzi con corsi di informatica e musica» convinto che «le lezioni a scuola sulla droga che fa male non siano sufficienti ad arginare l’emergenza».

Il procuratore parla anche dei dati messi insieme sulla gestione dei Serd dopo che il pusher di Flavio e Gianluca vendette loro il metadone che aveva in casa per curarsi. «I Serd il sabato e la domenica sono chiusi e il tossicodipendente si porta a casa il metadone per curarsi. Ho criticato il protocollo regionale sull’affido dei farmaci per gli utenti in cura - dice Liguori - perché non c’è una riga che spieghi cosa fare dinanzi a gente che dopo vent'anni viola il programma terapeutico, non si sottopone ai controlli tossicologici perché il metadone lo vende invece che assumerlo per curarsi, e ammazza due ragazzini. Dinanzi a violazioni al programma non ho trovato revoche né modifiche dello stesso, tanto che lui aveva le stesse dosi di metadone. Dopo vent'anni di Serd gratis questo signore resta ai domiciliari e nel 2025 torna dove stava da libero, come se non fosse successo niente».

Liguori ha messo insieme anche i dati di come si combattono le dipendenze In Italia e in Umbria: «Le comunità terapeutiche vengono usate per un milione di prestazioni, gli interventi farmacologici per 13 milioni. In Umbria il rapporto è 40 interventi comunitari e mille e 200 prestazioni farmacologiche».

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