Confidando nella perfetta salute e lucidità delle Fiamme Gialle e in assenza di precisazioni, si propende per la prima soluzione: in Procura si pondera molto. Tanto che pure delle recentissime inchieste non si hanno particolari luci con indagati che chiedono di essere sentiti e amministrazioni pubbliche appese a dubbi devastanti . Probabilmente buona parte dei magistrati perugini merita inchieste più importanti con cui misurare le proprie capacità, dai traffici internazionali delle mafie colombiane agli intrighi del terrorismo mondiale. Purtroppo da queste parti si consumano, almeno pare, truffe e imbrogli più banali. La cui percezione però è molto più forte tra la gente e meno nei richiami mediatici nazionali. La segnalazione degli investigatori, arrivata con il candore di quanti cercano ogni giorno di assicurare alla giustizia una migliore verità, alza un velo di cui è sempre difficile parlare: la difficoltà di comparare l’attività investigativa con i tempi e i modi della burocrazia giudiziaria. Nel cercare una motivazione bisogna considerare anche quanto tempo (anni) la procura sia rimasta con un vertice (leggi capo) vacante o temporaneo per quel piacere che ha la giustizia di farsi male da sola. Troppo spesso il compito della dirigenza s’è incrociato con quello della truppa fino a confondere i ruoli e creare inutili abrasioni. Il nuovo procuratore Luigi De Ficchy per la prima volta è uno venuto da Roma. A lui il compito non facile di guida, stimolo e soluzione per dipanare anzitutto un ossimoro. L’assordante silenzio dei fascicoli.
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