Procura Perugia,
inchieste ferme da anni

L'ingresso della procura di Perugia
di Italo Carmignani
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Sabato 19 Marzo 2016, 23:28
Con l’abituale attitudine alla scoperta, qualche giorno fa la Guardia di Finanza ha annunciato due notizie. Primo, sopra le scrivanie e negli scaffali della procura di Perugia albergano inchieste dedicate alla pubblica amministrazione risalenti al 2002, riprese nel 2010, smazzate nel 2014 e mai concluse. Secondo, in Umbria un appalto su tre induce a sospetti di possibili irregolarità che si possono chiamare turbativa d’asta, abuso d’ufficio o corruzione. A leggere neanche tanto tra le righe di queste due notizie annunciate a margine del bilancio delle Fiamme Gialle emergono due possibilità. Primo, la procura perugina finora non ha avuto fretta a risolvere i casi, offrendo il fianco a prescrizioni e turbamenti degli indagati e delle loro amministrazioni. Secondo, quelli della Finanza in realtà non stanno benissimo.
Confidando nella perfetta salute e lucidità delle Fiamme Gialle e in assenza di precisazioni, si propende per la prima soluzione: in Procura si pondera molto. Tanto che pure delle recentissime inchieste non si hanno particolari luci con indagati che chiedono di essere sentiti e amministrazioni pubbliche appese a dubbi devastanti . Probabilmente buona parte dei magistrati perugini merita inchieste più importanti con cui misurare le proprie capacità, dai traffici internazionali delle mafie colombiane agli intrighi del terrorismo mondiale. Purtroppo da queste parti si consumano, almeno pare, truffe e imbrogli più banali. La cui percezione però è molto più forte tra la gente e meno nei richiami mediatici nazionali. La segnalazione degli investigatori, arrivata con il candore di quanti cercano ogni giorno di assicurare alla giustizia una migliore verità, alza un velo di cui è sempre difficile parlare: la difficoltà di comparare l’attività investigativa con i tempi e i modi della burocrazia giudiziaria. Nel cercare una motivazione bisogna considerare anche quanto tempo (anni) la procura sia rimasta con un vertice (leggi capo) vacante o temporaneo per quel piacere che ha la giustizia di farsi male da sola. Troppo spesso il compito della dirigenza s’è incrociato con quello della truppa fino a confondere i ruoli e creare inutili abrasioni. Il nuovo procuratore Luigi De Ficchy per la prima volta è uno venuto da Roma. A lui il compito non facile di guida, stimolo e soluzione per dipanare anzitutto un ossimoro. L’assordante silenzio dei fascicoli.
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