Quali tempi si prospettano per l’attuazione dei progetti Pnrr? Per l’Umbria una risposta netta non c’è ma è certo che almeno i due Comuni capoluogo sono mediamente attrezzati per fronteggiare complessità ed evitare difficoltà. Almeno questo evidenzia il rapporto che la Fondazione Con il Sud ha commissionato a Gianfranco Visti, ordinario di Economia applicata all’Università di Bari relativa ai 103 Comuni con più di 60mila abitanti. Discorso diverso per le altre città della regione dove pure sono in ballo risorse notevoli: solo per i progetti riconducibili al Ministero dell’Interno, escludendo Perugia e Terni, la Regione ha calcolato risorse assegnate per oltre 122 milioni di euro.
L’analisi proposta dalla Fondazione Con il Sud è di tipo comparativo e tiene conto della quantità e qualità del personale dei due Comuni. “La capacità delle Amministrazioni Comunali di erogare servizi e di realizzare investimenti pubblici a vantaggio dei propri residenti dipende da una pluralità di fattori”, si legge nel report. “Fra di essi, assume particolare rilevanza la disponibilità di personale interno, e, per quanto sia possibile misurarla, la sua “qualità””. Perugia e Terni non sono inclusi nel quartile dei migliori, il quarto, ma in quello immediatamente successivo che misura una situazione di partenza, in prospettiva di affrontare anche la complessità dei progetti Pnrr, nella media. Il capoluogo di regione presenta un indice sintetico pari a 24 - come Torino, tra Parma (20) e La Spezia (27) - sostenuto da un indice di dotazione del personale, pari a 20, e dalla percentuale di dirigenti (26) che compone l’indice di qualifiche del personale. Negativa la pagella su laureati e under 50. Terni è stata inserita quasi per il rotto della cuffia nel terzo quartile e chiude con un indice sintetico negativo (-2), tra Piacenza (-3) e Cinisello Balsamo (17). Male il rapporto tra addetti e residenti (indice di numerosità pari a -16) e quello sull’età (-15), mentre la seconda città della regione brilla per una variazione positiva del rapporto addetti comunali/popolazione nel periodo 2008-2019, per la presenza di addetti laureati e per un indice di qualifiche del personale inferiore positivo, seppur inferiore a quello di Perugia. «I due capoluoghi sono attesi da sfide complesse vista anche la dimensione progettuale», si osserva da Palazzo Donini. «Ma le amministrazioni sono più strutturate rispetto agli altri comuni della regione».
Gli importi maggiori riguardano Terni, interessata da 20,481 milioni di risorse (17,982 per la rigenerazione urbana); Foligno, dove 9 degli 11,776 milioni sono assegnati per la generazione urbana; Perugia, cui il Viminale dirotta 11,630 milioni di fondi Pnrr, 10 per progetti di rigenerazione urbana. Cifre importanti anche per Bastia Umbra (8,545 milioni), Gubbio (5,240), Marsciano (6,485) Narni (5,27), Orvieto (6,241), Todi (7,91) e Umbertide (8,433). Ma tutti i 92 municipi sono interessati, anche Polino o Lisciano Niccone cui sono assegnati un milione e 150mila euro e quasi 1,2 milioni rispettivamente. «Come Regione siamo stati abili a intercettare questi fondi – si osserva da Palazzo Donini – ma la maggior parte dei comuni sono piccoli e poco strutturati e ora vanno accompagnati in tale percorso».
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