Terni, Piscine dello stadio. Ora è bagarre sul pozzo inquinato: «L'ordinanza non è mai stata revocata»

Terni, Piscine dello stadio. Ora è bagarre sul pozzo inquinato: «L'ordinanza non è mai stata revocata»
di Monica Di Lecce
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Sabato 14 Maggio 2022, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 10:45

Una ordinanza del 2016 mai revocata, la scoperta dell'esistenza di un collegamento tra pozzo e piscina, e poi tanti interrogativi. L’audizione dell’Usl Umbria 2 ieri mattina in seconda commissione consiliare ha acceso un faro ma non ha sciolto i dubbi intorno alla vicenda dell’acqua inquinata nel pozzo delle piscine dello stadio. A parlare per l’Usl Umbria 2 il direttore del  dipartimento di prevenzione, Danilo Serva, e Maria Laura Proietti del servizio di igiene e sanità pubblica, per il Comune il dirigente dell’ambiente Paolo Grigioni e il rup Piero Giorgini. E’ stato proprio quest’ultimo a ripercorrere la vicenda di quel pozzo, la cui realizzazione fu autorizzata nel 2015 su richiesta del subconcessionario per un uso igienico-sanitario e irriguo. Nel 2016 la Usl Umbria 2 rilevò una concentrazione di tetracloroetilene superiore alla norma tanto che l’allora sindaco Di Girolamo con una ordinanza né vietò l’uso. Quella stessa ordinanza che non è stata mai revocata – secondo quanto è emerso ieri in commissione – ed è quindi tutt’ora in vigore. L’interruzione dei campionati di nuoto a luglio del 2021, non legata a quel pozzo, riportò comunque l’attenzione sulla struttura. Ad agosto l’Usl riferì al Comune del rinvenimento di un impianto di collegamento tra il pozzo e il locale tecnico a servizio della piscina. Maria Laura Proietti ha sottolineato che, in base alla legge regionale, la piscina va riempita con l’acqua pubblica, dell’acquedotto; che una volta scoperto il collegamento tra il pozzo e il sistema di trattamento vasche, l’Usl è andata a fondo della questione e solo quando ha avuto la certezza dell’approvvigionamento fuori legge lo ha comunicato al Comune.

Rispetto ai controlli sull’acqua e ai rischi sulla salute, la stessa Proietti ha riferito che c’erano degli scostamenti rispetto al tetracloroetilene nel pozzo ma che nella piscina questo era nei limiti.

Il dirigente Giorgini ha ricordato che già dal 2012 è stato accertato un inquinamento diffuso dei pozzi dell’Umbria e c’è un protocollo d’intesa con la Regione per il monitoraggio che effettua l’Arpa. Il consigliere Emanuele Fiorini del Gruppo misto, che aveva chiesto l’audizione d’urgenza, non è soddisfatto. «Voglio esaminare tutta la documentazione, farò un altro accesso agli atti – dice – l’audizione non ha sciolto i dubbi. Pertanto chiederò che i dirigenti dell’Usl siano riconvocati e con loro anche gli assessori Proietti e Salvati». Duro Federico Pasculli (M5S): «Qualcuno sarebbe stato a conoscenza da anni che la Asl aveva scoperto che le piscine venivano riempite con l’acqua del pozzo adiacente. C'è stato addirittura un esposto e nessuno ha fatto o detto nulla. Chi sapeva e non ha detto e fatto nulla all'interno dell'amministrazione ha commesso un atto gravissimo. Per non parlare di chi in giunta sapeva e non ha detto nulla. Chi è responsabile di aver taciuto deve dimettersi immediatamente, perché chi antepone la politica alla salute dei cittadini non merita di stare dove sta». E sul pozzo anche il concessionario vuole vederci chiaro. «Abbiamo incaricato un tecnico – rivela Alessandro Mastrofini presidente della srl – di verificare la situazione».

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