Una ordinanza del 2016 mai revocata, la scoperta dell'esistenza di un collegamento tra pozzo e piscina, e poi tanti interrogativi. L’audizione dell’Usl Umbria 2 ieri mattina in seconda commissione consiliare ha acceso un faro ma non ha sciolto i dubbi intorno alla vicenda dell’acqua inquinata nel pozzo delle piscine dello stadio. A parlare per l’Usl Umbria 2 il direttore del dipartimento di prevenzione, Danilo Serva, e Maria Laura Proietti del servizio di igiene e sanità pubblica, per il Comune il dirigente dell’ambiente Paolo Grigioni e il rup Piero Giorgini. E’ stato proprio quest’ultimo a ripercorrere la vicenda di quel pozzo, la cui realizzazione fu autorizzata nel 2015 su richiesta del subconcessionario per un uso igienico-sanitario e irriguo. Nel 2016 la Usl Umbria 2 rilevò una concentrazione di tetracloroetilene superiore alla norma tanto che l’allora sindaco Di Girolamo con una ordinanza né vietò l’uso. Quella stessa ordinanza che non è stata mai revocata – secondo quanto è emerso ieri in commissione – ed è quindi tutt’ora in vigore. L’interruzione dei campionati di nuoto a luglio del 2021, non legata a quel pozzo, riportò comunque l’attenzione sulla struttura. Ad agosto l’Usl riferì al Comune del rinvenimento di un impianto di collegamento tra il pozzo e il locale tecnico a servizio della piscina. Maria Laura Proietti ha sottolineato che, in base alla legge regionale, la piscina va riempita con l’acqua pubblica, dell’acquedotto; che una volta scoperto il collegamento tra il pozzo e il sistema di trattamento vasche, l’Usl è andata a fondo della questione e solo quando ha avuto la certezza dell’approvvigionamento fuori legge lo ha comunicato al Comune.
Rispetto ai controlli sull’acqua e ai rischi sulla salute, la stessa Proietti ha riferito che c’erano degli scostamenti rispetto al tetracloroetilene nel pozzo ma che nella piscina questo era nei limiti.