Piazza Grimana, l'ultima sfida:
«Stop ai maxi bus e più decoro»

Un momento dell'assemblea per piazza Grimana alla Stranieri
di Luca Benedetti
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Giovedì 7 Novembre 2013, 22:27 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 09:26
PERUGIA- Mi sento responsabile delle bellezze del mondo. La frase dell’imperatore Adriano sventola dal drappo che copre l’Arco Etrusco griffato Cucinelli. Sembra un monito che balla sull’orizzonte nobile di piazza Grimana, la piazza che si è ribellata allo strapotere degli spacciatori. L’ha fatto il 2 settembre, sono passati due mesi e adesso c’è bisogno di una svolta.

L’hanno detto in cento che ieri pomeriggio il Comitato “Piazza Grimana e dintorni” ha radunato nell’aula magna dell’Università per Stranieri. Altre associazioni, residenti, commercianti. Così, quella che il professor Francesco Federico Mancini ha definito «la seconda piazza di Perugia», diventa più del simbolo della lotta contro gli spacciatori: diventa il simbolo della città che vuol ricostruire un centro storico.

Lontano, come è stato detto, dall’indifferenza che uccide Perugia.

Al tavolo c’è Urbano Barelli, presidente di Italia Nostra ma anche membro del Comitato. E poi c’è Giordano Mangano, il fresco presidente del Comitato. Ricordate? Applausi a non finire al cioccolataio nel giorno della collera. Che non è sbollita del tutto, ma adesso trova altre vie, trova una ragione diverse perché, in qualche modo, vede che lo Stato ha risposto. Mangano spiega: «Gli spacciatori non sono più i padroni della piazza. Adesso si sono spostati nei vicoli. Va meglio? È come aprire la porta di casa, essere stati assediati e vedere che i cattivi, adesso, stanno in fondo al corridoio». Una pennellata che vale più mille parole sul fronte sicurezza. Ma già il fatto che gli stucchi della Stranieri abbiano sostituito la piazza che ribolliva, può essere un segnale.

«Adesso- dice Mangano- serve fare un passo avanti. I segnali ci sono. Ma si deve mettere mano al nodo del traffico, dei grandi bus che arrivano in centro: non si possono più reggere. E poi, mi raccomando, il decoro: è fondamentale insistere. Serve un centro storico vivibile, un centro storico dove ci sono i residenti. Guardate quello che succede nei quartieri dove ci sono i perugini: non c’è né degrado nè paura. Ecco come si deve fare. Noi ci impegniamo, mettiamo insieme idee. Ma vogliamo anche risposte su questi temi. Tra due o tre mesi, ma risposte, serie, vere. Si può fare non si può fare, lo facciamo o non lo facciamo. Che ci mettano la faccia». Come ce l’ha messa la gente di piazza Grimana e la gente di Perugia. Come ce l’ha messa Tommaso Morettini, presidente dell’associazione “Perugia non è la capitale della droga”, l’altra metà del motore dell’assemblea di settembre: «Non si può sempre criticare. Noi collaboriamo a prescindere dal colore dell’amministrazione comunale, perché la città è di tutti. Se siamo arrivati a questo punto è perché il senso civico è rimasto chiuso in casa. In questo ha ragione il prefetto». Ha dato man forte all’idea di una parte della città da cui nasce una città migliore anche Sabrina Cittadini che ha fatto gli onori di casa per la Stranieri ma è anche presidente dell’associazione Monteluce e ha raccontato le difficoltà di quella fetta di Perugia dopo l’addio al vecchio policlinico. Dalla Città di Tutti a Vivi il Borgo, passando per Borgo Sant’Antonio e il Comitato di Ponti d’Oddi, in tanti hanno guardato con attenzione alla nuova sfida di piazza Grimana. Intanto in Comune, dopo aver piazzato le telecamere e potato gli alberi, c’è in programma più attenzione al decoro, l’inizio della discussione sul progetto presentato da “Perugia e oltre” e un intervento in via dei Pellari

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