Piano regionale delle prevenzione: verranno censite le infezioni. La lezione del Covid

Piano regionale delle prevenzione: verranno censite le infezioni. La lezione del Covid
di Fabio Nucci
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Sabato 29 Ottobre 2022, 10:00

 La diffusione del SarsCov2 e le relative conseguenze in termini di vite e costi sociali hanno evidenziato la centralità degli interventi di prevenzione e della promozione di stili di vita corretti. Perché la “salute è unica” come recita il concetto alla base del nuovo Piano regionale della prevenzione (Prp) che disegna i contorni di un approccio integrato e trasversale, intersettoriale e multidisciplinare. Si guarda alla salute del cittadino come singolo ma anche come lavoratore e nel suo rapporto con l’ambiente.
Un percorso nel quale screening, vaccinazioni e ambienti lavorativi sani risultano elementi centrali per affrontare rischi vecchi e nuovi. «L’emergenza pandemica ha mostrato che le attività di prevenzione sono fondamentali per lo sviluppo economico e sociale del territorio – spiega Massimo D’Angelo, direttore regionale della Sanità - e che la salute di tutti dipende dalla salute di ciascuno. Il nuovo Prp consolida una visione che riconosce l’interconnessione tra salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi e promuove un approccio multidisciplinare, intersettoriale e coordinato per affrontare rischi potenziali o esistenti che hanno origine dall’interazione tra ambiente, mondo animale ed ecosistemi». Avendo cura e approfondendo tale rapporto si riesce ad affrontare meglio eventuali emergenze, evitando la creazione e la diffusione di nuovi patogeni. Nel Prp, infatti, sono inseriti il Piano pandemico regionale e un nuovo sistema di registrazione delle malattie infettive. La Regione sta così adeguando i sistemi di notifica tramite il sistema Premal dove oggi confluiscono anche le segnalazioni dei casi di vaiolo delle scimmie per il quale nel 2022 è stata predisposta la vaccinazione ed è nata la commissione tecnico-scientifica per programmare e valutare le attività vaccinali.
Un’ampia parte del Piano è dedicata ai programmi di screening che nonostante l’emergenza Covid, in Umbria (tra le poche regioni in Italia) hanno resistito. Anche nel 2021 i programmi hanno avuto un andamento costante quanto a inviti e risposta dei cittadini, recuperando i ritardi generati durante la pandemia. In tale situazione si inserisce il programma Libero 14 “screening oncologici”, cui il Prp dedica una parte della programmazione. «Prevede azioni per promuovere l’adesione e per facilitare l’accesso alle prestazioni di prevenzione a tutta la popolazione – spiega Salvatore Macrì, responsabile del servizio prevenzione della Regione - rispettando criteri di appropriatezza, favorendo l’intersettorialità e tenendo conto di eventuali diseguaglianze». Si punta a coinvolgere le associazioni, specie per lo screening per il tumore alla mammella, con interventi su formazione/aggiornamento degli operatori e comunicazione-sensibilizzazione dei cittadini.
Tra i 10 programmi predefiniti del Piano, uno sostiene la promozione della salute negli ambienti di lavoro, intervenendo sulla prevenzione dei fattori di rischio per malattie croniche e degenerative, e sulla promozione dell’invecchiamento attivo, anche caldeggiando cambiamenti organizzativi che facilitino l’adozione di stili di vita salutari.

Tutto questo secondo il modello “Total worker health” che integra la prevenzione dai rischi per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con la promozione di azioni e buone pratiche in grado di preservare il lavoratore da danni acuti e cronici. Un sentiero da percorrere in simbiosi con le imprese, coinvolte tramite la leva della “responsabilità sociale”, agendo sia sul lato organizzativo-ambientale sia sul lato formazione-consapevolezza del lavoratore. «Il programma presuppone un processo partecipato che coinvolga le figure aziendali strategiche (dal medico competente ai sindacati, ndr) e i lavoratori – spiega Macrì – impegnando i datori di lavoro a mettere in atto azioni efficaci e sostenibili, pratiche consolidate e raccomandate per il benessere aziendale e lo sviluppo sostenibile ma anche in ambiti specifici come alimentazione, tabagismo, attività fisica o dipendenze». Un approccio che segna un’evoluzione anche nella vigilanza, sintetizzata nel Piano mirato di prevenzione (Pmp) che prevede un sistema più collaborativo, pur nei confini delle normative e relative conseguenze penali. «Un’evoluzione del “controllo” nelle imprese, a vantaggio dell’efficienza della PA e potenzialmente più efficace, coniugando assistenza e vigilanza». L’obiettivo è coinvolgere al massimo anche le Pmi in un percorso che prevede una fase di assistenza per accompagnare l’impresa nell’applicazione delle buone prassi, una di monitoraggio e vigilanza a campione, una finale di verifica dell’efficacia.

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