La diffusione del SarsCov2 e le relative conseguenze in termini di vite e costi sociali hanno evidenziato la centralità degli interventi di prevenzione e della promozione di stili di vita corretti. Perché la “salute è unica” come recita il concetto alla base del nuovo Piano regionale della prevenzione (Prp) che disegna i contorni di un approccio integrato e trasversale, intersettoriale e multidisciplinare. Si guarda alla salute del cittadino come singolo ma anche come lavoratore e nel suo rapporto con l’ambiente.
Un percorso nel quale screening, vaccinazioni e ambienti lavorativi sani risultano elementi centrali per affrontare rischi vecchi e nuovi. «L’emergenza pandemica ha mostrato che le attività di prevenzione sono fondamentali per lo sviluppo economico e sociale del territorio – spiega Massimo D’Angelo, direttore regionale della Sanità - e che la salute di tutti dipende dalla salute di ciascuno. Il nuovo Prp consolida una visione che riconosce l’interconnessione tra salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi e promuove un approccio multidisciplinare, intersettoriale e coordinato per affrontare rischi potenziali o esistenti che hanno origine dall’interazione tra ambiente, mondo animale ed ecosistemi». Avendo cura e approfondendo tale rapporto si riesce ad affrontare meglio eventuali emergenze, evitando la creazione e la diffusione di nuovi patogeni. Nel Prp, infatti, sono inseriti il Piano pandemico regionale e un nuovo sistema di registrazione delle malattie infettive. La Regione sta così adeguando i sistemi di notifica tramite il sistema Premal dove oggi confluiscono anche le segnalazioni dei casi di vaiolo delle scimmie per il quale nel 2022 è stata predisposta la vaccinazione ed è nata la commissione tecnico-scientifica per programmare e valutare le attività vaccinali.
Un’ampia parte del Piano è dedicata ai programmi di screening che nonostante l’emergenza Covid, in Umbria (tra le poche regioni in Italia) hanno resistito. Anche nel 2021 i programmi hanno avuto un andamento costante quanto a inviti e risposta dei cittadini, recuperando i ritardi generati durante la pandemia. In tale situazione si inserisce il programma Libero 14 “screening oncologici”, cui il Prp dedica una parte della programmazione. «Prevede azioni per promuovere l’adesione e per facilitare l’accesso alle prestazioni di prevenzione a tutta la popolazione – spiega Salvatore Macrì, responsabile del servizio prevenzione della Regione - rispettando criteri di appropriatezza, favorendo l’intersettorialità e tenendo conto di eventuali diseguaglianze». Si punta a coinvolgere le associazioni, specie per lo screening per il tumore alla mammella, con interventi su formazione/aggiornamento degli operatori e comunicazione-sensibilizzazione dei cittadini.
Tra i 10 programmi predefiniti del Piano, uno sostiene la promozione della salute negli ambienti di lavoro, intervenendo sulla prevenzione dei fattori di rischio per malattie croniche e degenerative, e sulla promozione dell’invecchiamento attivo, anche caldeggiando cambiamenti organizzativi che facilitino l’adozione di stili di vita salutari.
Piano regionale delle prevenzione: verranno censite le infezioni. La lezione del Covid
di Fabio Nucci
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Sabato 29 Ottobre 2022, 10:00
Tutto questo secondo il modello “Total worker health” che integra la prevenzione dai rischi per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con la promozione di azioni e buone pratiche in grado di preservare il lavoratore da danni acuti e cronici. Un sentiero da percorrere in simbiosi con le imprese, coinvolte tramite la leva della “responsabilità sociale”, agendo sia sul lato organizzativo-ambientale sia sul lato formazione-consapevolezza del lavoratore. «Il programma presuppone un processo partecipato che coinvolga le figure aziendali strategiche (dal medico competente ai sindacati, ndr) e i lavoratori – spiega Macrì – impegnando i datori di lavoro a mettere in atto azioni efficaci e sostenibili, pratiche consolidate e raccomandate per il benessere aziendale e lo sviluppo sostenibile ma anche in ambiti specifici come alimentazione, tabagismo, attività fisica o dipendenze». Un approccio che segna un’evoluzione anche nella vigilanza, sintetizzata nel Piano mirato di prevenzione (Pmp) che prevede un sistema più collaborativo, pur nei confini delle normative e relative conseguenze penali. «Un’evoluzione del “controllo” nelle imprese, a vantaggio dell’efficienza della PA e potenzialmente più efficace, coniugando assistenza e vigilanza». L’obiettivo è coinvolgere al massimo anche le Pmi in un percorso che prevede una fase di assistenza per accompagnare l’impresa nell’applicazione delle buone prassi, una di monitoraggio e vigilanza a campione, una finale di verifica dell’efficacia.
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