Uccide e fa a pezzi un socio a Caracas:
perugino incastrato da un "Mi piace"

Uccide e fa a pezzi un socio a Caracas: perugino incastrato da un "Mi piace"
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Domenica 7 Dicembre 2014, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 20:06
PERUGIA - L'accusa è pesantissima: omicidio con un colpo di pistola alla tempia del socio d'affari francese per impossessarsi dei suoi beni, e cadavere fatto a pezzi per non farlo ritrovare. Braccia e gambe sarebbero effettivamente ancora introvabili, altre parti del corpo invece sarebbero riemerse. Caracas, Venezuela, il teatro della "crime scene". Ugo Marchic pregiudicato nato 61 anni fa a Perugia è stato posto in stato di arresto provvisorio dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, accusato di quell'omicidio avvenuto a Puerto La Cruz il 28 aprile 2012.



Sull'uomo nativo di Perugia pendeva un mandato d'arresto europeo, a scopo di estradizione, emesso il 20 settembre dell'anno scorso dalla Corte d'Appello di Parigi. L'uomo aveva con sè documenti falsi sui quali aveva modificato alcune lettere del cognome. I militari lo hanno individuato in un camping vicino a Fiumicino, dove da qualche tempo aveva stabilito il suo domicilio. Marchic era stato già arrestato nel 2012 in Lombardia, ma in quella occasione non era stata perfezionata la procedura di estradizione.



La vittima, Paul Maurice Wolnerman, un francese di 71 anni, aveva in programma di trasferirsi a Santo Domingo e aveva affidato a due persone che riteneva di fiducia, Marchic e un tassista venezuelano di 46 anni, la procura per vendere una barca, un appartamento e un'auto e incassare il denaro a suo nome. Così i due avrebbero deciso di ucciderlo. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, lo hanno invitato a casa e, dopo averlo narcotizzato con del sonnifero versato nel caffè, gli hanno sparato. Poi hanno cercato di occultare il cadavere

facendolo a pezzi con una sega e gettandolo in parte nel mare e in parte in un canale.



Subito i sospetti si sono concentrati sul tassista, arrestato lo scorso agosto in Venezuela, e su Ugo Marchic, originario di Perugia e già con precedenti per traffico di droga, che intanto aveva venduto l'appartamento e la barca della vittima, incassando il denaro. È fuggito in Italia in compagnia di una donna venezuelana stabilendosi inizialmente in un campeggio in provincia di Firenze, confidando nel fatto che il mandato di cattura internazionale era stato emesso a nome di Marco Antonio Ferrari Martinez, la falsa identità che aveva assunto in Venezuela, dove era residente da diversi anni.



Proprio grazie a un "mi piace" sulla pagina Facebook della donna, riferito al profilo del campeggio, gli investigatori sono riusciti a ricostruire gli spostamenti del latitante.
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