Perugia, figlio denuncia: «A 104 anni, mia madre ancora senza vaccino»

Perugia, figlio denuncia: «A 104 anni, mia madre ancora senza vaccino»
di Luca Benedetti
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Lunedì 15 Marzo 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 09:10

PERUGIA - In attesa che l’Umbria trovi una strada per la vaccinazione dei fragili o vulnerabili che sia, arrivano le storie di chi attende il vaccino e di chi l’ha fatto. Il record dell’attesa spetta a una donna di Madonna Alta, 104 anni a maggio, il medico di famiglia ancora senza la dose di Moderna da portare a casa.
La storia la racconta il figlio che si è rivolto alla redazione di Perugia del Messaggero. «Sono preoccupato per mia madre-racconta al telefono-e per chi la assiste. Si alternano mia sorella e la badante. Mia madre è invalida, non uscirà mica di casa. Il virus lo può portare tra quella quattro mura soltanto chi la assiste. Perché sono loro a uscire di casa. Con tutte la prudenza e la cautela del caso, ma devono uscire. Ecco, questo è una situazione in cui è importante il vaccino per mia madre che è allo stesso tempo anziana e fragile, ma sarebbe opportuno che fossero vaccinate anche chi fa l’assistenza, chi le sta vicino, alternandosi, ogni giorno. Il medico di famiglia mi ha detto di aver fatto tutto quello che doveva fare per poter vaccinare la mamma a casa. Sarebbe venuto casa, come hanno già fatto per altri anziani, gli over 80, che non si possono muovere Ma ancora aspetta la consegna della dose di Moderna destinata a mia madre». 
DIFFERENZA TRA UMBRIA E LAZIO
C’è, invece, chi racconta come due regioni vicine, Umbria e Lazio sul piano vaccini, si trovino in situazioni diverse. Lo scrive sul profilo Fb della Regione, Marco M. Che fa una domanda e mette dentro a quelle poche righe un raffronto: 
«In un’ottica di lenta normalizzazione, mi piacerebbe sapere come mai se prenoto il vaccino a mio suocero di 83 anni la prima data disponibile è il 21 aprile, e per mia suocera di 79
anni ancora non si può prenotare e oggi un operatore del call center dedicato ai vaccini non aveva idea di quando si potrà. Invece a Roma mia madre di 74 anni ha chiamato ieri (giovedì, ndr) la usl e domenica farà il vaccino (l’ha fatto ieri, ndr). Ma l’Umbria è il terzo mondo? Non si trova in Italia? Si fa prima a chiudere le scuole che impegnarsi per i vaccini?»
L’INSEGNANTE RACCONTA 
Domande e sfoghi che si infilano sul web. Ecco quello di Luana C. insegnante, che unisce vaccini e scuole. A lei è toccato il lotto di Astrazeneca che è stato ritirato. Questa la sua reazione: «Che vergogna... la scuola è chiusa da 5 settimane...i contagi non sono diminuiti...il 53% dei docenti vaccinati e la scuola resta chiusa..mi dispiace ho voluto fare subito il vaccino nella speranza di tornare tra i banchi con i miei alunni! Ho fatto il vaccino il 27 febbraio il lotto che è stato ritirato ma lo rifarei!! Amo così tanto il mio lavoro...anche in giardino ma fateci tornare a scuola!!».
FUGA DAI VACCINI
Il caso del ritiro di alcune dose di Astrazeneca pesa.

Lo certifica il dato di ieri: somministrate (aggiornamento delle 18,31) solo 453 dosi. Domenica scorsa erano quasi duemila. In due giorni solo in 29 del personale della scuola(a cui è destinato AstraZeneca) hanno preso la dose. Ieri solo altre 4 persone hanno finito i ciclo e sono immunizzate: il totale sale a 22.970. L’Umbria ha inoculato l’83% delle dosi ricevute. Sabato pomeriggio i punti vaccinali di San Mariano e Torgiano sono rimasti vuoti. Una trentina ieri le persone che si sono presentate a Ponte D’Oddi. C’era una disponibilità di circa 400 dosi.

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