Non solo Suarez, i pm: «Alla Stranieri concorsi in cambio di voti»

L'Università per Stranieri
di Egle Priolo
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Mercoledì 9 Dicembre 2020, 07:02 - Ultimo aggiornamento: 08:22

PERUGIA - Non c'è solo Suarez nell'inchiesta che ha terremotato l'Università per stranieri. Anzi, i coni d'ombra su cui sta lavorando la procura rischiano di far venir giù alcuni dei pilastri di una delle istituzioni d'eccellenza d'Italia. Perché nel mirino del procuratore capo Raffaele Cantone e dei sostituti Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti, oltre alle certificazioni con l'aiutino, ci sono anche i concorsi per la cattedre da professore ordinario.

In particolare, come si legge nella richiesta di applicazione di misure cautelari firmata dai pm, alcuni avanzamenti di carriera sarebbero stati ispirati da «debiti di riconoscenza» dopo l'elezione, nel 2018, della rettrice Giuliana Grego Bolli, indagata insieme al direttore generale Simone Olivieri, alla professoressa Stefania Spina, ai membri di commissione Lorenzo Rocca e Paolo Di Giovine.

Lo stesso Olivieri sarebbe stato promosso a direttore generale, ricostruisce la procura dopo alcuni esposti, chiaramente da verificare, «con un notevole aumento salariale, anche per aver portato a Grego Bolli un consistente “pacchetto” di voti dei componenti il personale amministrativo, con i quali poteva vantare solidi legami. Allo stesso tempo, in un Ateneo che contava un numero ridotto fi professori ordinari, la neoeletta governance ha messo a bando nel dicembre 2019, in contemporanea, ben quattro nuove cattedre da professore ordinario, con l'unico intento di consentire un avanzamento di carriera a quattro professori associati già incardinati nell'Ateneo che avevano avuto un ruolo determinante nel successo elettorale della Grego Bolli». Di cui tre – compresa la Spina – sono stati messi immediatamente sotto contratto, mentre il quarto è stato superato da una candidata esterna che però non è stata assunta, finché la sua posizione non è decaduta per l'inerzia dell'ateneo, tanto da spingerla a fare ricorso. E la vicenda dei concorsi per docenti ordinari e dottorandi «si intreccia a doppio filo», scrive la procura, con quella di Suarez: «È infatti in queste procedure che si trova la spiegazione al perché una professoressa ordinaria come la Spina si sia prestata ad effettuare un corso ad personam e a concorrere nei gravi reati: la docente si trovava in una posizione quanto meno di “debito di riconoscenza” verso la rettrice Grego Bolli perché questa si è ampiamente adoperata nei mesi passati e ben oltre il lecito, per far conseguire alla Spina l'abilitazione scientifica nazionale, titolo necessario per partecipare al concorso che poi ha vinto».

Secondo la procura, inoltre, la selezione dei nuovi docenti non è stata l'unica a «subire indebiti condizionamenti da parte degli attuali dirigenti dell'UniStra. A settembre scorso, infatti, si sono avviate le procedure di selezione per l'accesso al dottorato di ricerca che, anche in quasto casi, sono fortemente condizionate dal momento che la Spina, membro della commissione, ha manifestato (ad un altro membro della commissione, tra i dirigenti d'Ateneo, non indagato, ndr) l'intento di far ottenere il dottorato a due candidati ad essa strettamente legati». Una situazione che fa dire alla procura che la professoressa si sarebbe dovuta astenere, mentre la «partecipazione alla commissione in palese conflitto di interessi e l'intervento della Spina sugli altri commissari per favorire i suoi due “protetti” potrebbe integrare ulteriori ipotesi di reato, anch'esse in corso di accertamento». Accuse tutte da dimostrare e che Spina e Grego Bolli, assistite dall'avvocato David Brunelli, avranno modo di contestare già oggi davanti al gip Piercarlo Frabotta. Contestare quel sistema Stranieri che ha fatto dire a un professore intercettato «Questi veramente pensano che l'università è una cosa loro per fare quel che gli pare».

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