PERUGIA - Non c'è solo Suarez nell'inchiesta che ha terremotato l'Università per stranieri. Anzi, i coni d'ombra su cui sta lavorando la procura rischiano di far venir giù alcuni dei pilastri di una delle istituzioni d'eccellenza d'Italia. Perché nel mirino del procuratore capo Raffaele Cantone e dei sostituti Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti, oltre alle certificazioni con l'aiutino, ci sono anche i concorsi per la cattedre da professore ordinario.
In particolare, come si legge nella richiesta di applicazione di misure cautelari firmata dai pm, alcuni avanzamenti di carriera sarebbero stati ispirati da «debiti di riconoscenza» dopo l'elezione, nel 2018, della rettrice Giuliana Grego Bolli, indagata insieme al direttore generale Simone Olivieri, alla professoressa Stefania Spina, ai membri di commissione Lorenzo Rocca e Paolo Di Giovine.
Secondo la procura, inoltre, la selezione dei nuovi docenti non è stata l'unica a «subire indebiti condizionamenti da parte degli attuali dirigenti dell'UniStra. A settembre scorso, infatti, si sono avviate le procedure di selezione per l'accesso al dottorato di ricerca che, anche in quasto casi, sono fortemente condizionate dal momento che la Spina, membro della commissione, ha manifestato (ad un altro membro della commissione, tra i dirigenti d'Ateneo, non indagato, ndr) l'intento di far ottenere il dottorato a due candidati ad essa strettamente legati». Una situazione che fa dire alla procura che la professoressa si sarebbe dovuta astenere, mentre la «partecipazione alla commissione in palese conflitto di interessi e l'intervento della Spina sugli altri commissari per favorire i suoi due “protetti” potrebbe integrare ulteriori ipotesi di reato, anch'esse in corso di accertamento». Accuse tutte da dimostrare e che Spina e Grego Bolli, assistite dall'avvocato David Brunelli, avranno modo di contestare già oggi davanti al gip Piercarlo Frabotta. Contestare quel sistema Stranieri che ha fatto dire a un professore intercettato «Questi veramente pensano che l'università è una cosa loro per fare quel che gli pare».
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