PERUGIA - «La loro fine è vicina se non si prenderanno da subito provvedimenti necessari». È chiaro l'appello che rilancia il Circolo Ponte d'Oddi, che torna a parlare di quel che resta di un bene storico, prossimo alla scomparsa senza interventi. Al centro del dibattito ci sono gli arconi medievali, la via dell'acqua che alimentava un tempo la fontana Maggiore. Chiamati dai residenti della zona Arcacci, sono una parte di un'opera più complessa, lasciata nel degrado. «Nell'attività sociale e culturale che dalla sua nascita contraddistingue il Circolo Ponte d'Oddi c'è da anni l'impegno nella salvaguardia del territorio e nella conservazione dei beni architettonici che vi si trovano». Grande attenzione «a quanto rimasto di ciò che portava l'acqua alla fontana Maggiore, consapevoli del fatto che conservoni, arconi, botticelle, condotti non sono elementi separati dalla fontana né secondari supporti, ma parte di un'unica grande opera che dalle sorgenti di Monte Pacciano portava acqua alla fontana». Forse il «più grande esempio di ingegneria idraulica del Duecento». In questa visione nel 1995 al Circolo ci fu la conferenza Via dell'acqua, da Montepacciano alla Fonte di Piazza, per rendere chiaro a istituzioni e cittadini l'abbandono dei tracciati dell'acquedotto: Arconi del 1322 compresi. «Da allora, dopo saltuari interessamenti della Soprintendenza e delle amministrazioni comunali, poco di concreto è stato fatto». E l'abbandono, nel tempo, si è fatto sentire.
Nella zona del vecchio e nuovo conservone, più a monte, dove la sentieristica è ridotta all'osso.