Perugia: truffa del vino,
nei guai sei imprenditori

Perugia: truffa del vino, nei guai sei imprenditori
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Lunedì 4 Marzo 2019, 10:55
PERUGIA - È di oltre 600.000 euro il sequestro di beni e denaro, eseguito dalla guardia di finanza nei confronti di un’associazione temporanea costituita da due imprese produttrici di vino. Il provvedimento, emesso dalla procura su richiesta delle Fiamme Gialle, rappresenta «l’epilogo di una complessa attività d’indagine che ha consentito di disvelare l’illecita percezione di finanziamenti pubblici che avrebbero dovuto essere destinati ad incentivare lo sviluppo dell’agricoltura e del turismo locale».

Nei guai sono finiti i responsabili di due aziende perugine del settore vinicolo, nonché i titolari di altre 4 società locali. 

Le due aziende, dicono dal comando provinciale della guardia di finanza, grazie ai contributi erogati dall’Unione europea e cofinanziati dalla Regione, si erano impegnate a promuovere i propri prodotti vitivinicoli sui mercati di Paesi extra Ue attuando promozioni e organizzando eventi, ma soprattutto creando un apposito portale internet per pubblicizzare l’immagine del territorio umbro, in particolare del lago Trasimeno, zona di produzione del vino. Tra l’altro, mediante un’apposita “WINE Card”, il cliente avrebbe potuto accedere ai servizi offerti sul portale web, tra cui l’acquisto online del vino preferito. 

In realtà, i Finanzieri hanno verificato che i beneficiari del finanziamento, grazie alla complicità di altre aziende operanti nel settore informatico, avevano ampiamente “gonfiato” le spese per la creazione del portale internet, utilizzando delle false fatture, allo scopo di ottenere maggiori provvidenze pubbliche. Il sito web, inoltre, una volta creato, non era mai stato aggiornato e addirittura non risultava raggiungibile utilizzando i più noti motori di ricerca, in contrasto con l’obiettivo principale del progetto: far conoscere ad un pubblico sempre più vasto il vino ed il territorio umbro. 

Al termine delle indagini, ai responsabili delle due aziende vitivinicole e ai titolari delle altre imprese coinvolte sono stati contestati i reati di malversazione a danno dello Stato e di emissione ed utilizzo di fatture false.
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