Mansioni sottopagate, dipendente fa causa al Comune e vince

L'entrata degli uffici del Comune di Perugia
di Egle Priolo
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Mercoledì 5 Gennaio 2022, 13:12

PERUGIA - Nuova stangata del tribunale del lavoro per il Comune di Perugia. Con palazzo dei Priori che ha staccato un assegno di oltre undicimila euro per una controversia con un dipendente, che ha vinto in aula la sua battaglia per le mansioni svolte.

Una causa iniziata nel 2016, quando il dipendente, con la qualifica di collaboratore professionale tecnico inquadrato in categoria B (posizione economica B4, sottolinea lo stesso Comune) «ha chiesto il riconoscimento del diritto alle differenze retributive spettanti per mansioni superiori proprie della categoria D, in conformità alle declaratorie dei CCNL di comparto vigenti, dal momento della sua assunzione presso il Comune di Perugia sino all’instaurazione del giudizio». Così riassume la determinazione dirigenziale con cui è stato disposto l'impegno per il pagamento delle spese legali. Quanto? Precisamente 1.365,30 euro a favore dell'avvocato del dipendente, che a ottobre aveva rimesso la relativa notula e dopo che, a novembre, il Comune aveva proceduto al riconoscimento della legittimità del debito per questa somma. Somma che si aggiunge ai 9.824,39 euro impegnati e liquidati sempre lo scorso novembre a favore del dipendente «quale pagamento – si legge nella determina firmata dal dirigente delle Risorse umane di palazzo dei Priori, Paola Panichi, lo scorso 30 dicembre - delle differenze retributive spettanti per svolgimento delle mansioni superiori, dando esecuzione alla citata sentenza del Tribunale civile di Perugia – sez. Lavoro, rinviando a successivo atto la liquidazione delle spese di lite, a seguito del riconoscimento del debito fuori bilancio ex art. 194 Tuel per la somma dovuta a tale titolo». Lo scorso giugno, infatti, in parziale accoglimento delle richieste del ricorrente, il tribunale ha condannato il Comune di Perugia al pagamento di 5.924,21 euro «a titolo di differenze retributive tra la Cat. B pos. econ. B4 e la Cat. C, pos. econ. C1» per sei anni di lavoro, più un quarto delle spese di lite.
Una spesa che arriva poco tempo dopo gli oltre 41mila euro ottenuti dalle due dipendenti che hanno fatto causa a palazzo dei Priori.

In questo caso, nessuna sentenza, ma una conciliazione a cui le parti sono state invitate dal giudice del lavoro. La battaglia legale l’avevano aperta, separatamente, le due dipendenti per lo stesso tipo di supposta violazione da parte del datore di lavoro pubblico: mancato rispetto delle normative di derivazione comunitaria in materia di rapporti di lavoro. Via di conciliazione, allora, con il Comune che ha evitato il rischio di una doppia vertenza: a ogni dipendente sono stati liquidati 20.537,60 euro.

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