Perugia, il Tar cancella il dehor davanti al Brufani. Ma la battaglia va avanti

Il dehor materia del contendere in pieno centro
di Luca Benedetti
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Lunedì 31 Ottobre 2022, 07:00

Il primo round sulla regolarità del super dehor davanti all’hotel Brufani lo vince il Comune: la struttura è da rimuovere. Ma la partita non è chiusa perché la Sirma Hotels spa, società che gestisce il ristorante che si trova all’interno del dehor, è pronta a dare il via libera all’avvocato Giuseppe Caforio per l’appello al Consiglio di Stato.
La sentenza del Tar che dà ragione al Comune è la numero 794 del 28 ottobre ed è firmata dal presidente del tribunale amministrativo regionale, Raffaele Potenza, dal consigliere Enrico Mattei e da Daniela Carrarelli, primo referendario, ed estensore della sentenza.
Nel rigettare il ricorso contro l’ordinanza del Comune, il Tar ha ripercorso la storia del dehor che in città ha fatto discutere parecchio. Il 22 gennaio 2020, la Sirma Hotels spa (non legata al Brufani) ha presentato una domanda di autorizzazione di occupazione del suolo pubblico in Piazza Italia 12 «ai fini della realizzazione di una struttura esterna per somministrazione di cibi e bevande». Il Comune (Struttura Organizzativa Sicurezza – Ufficio Concessione Suolo Pubblico) il 21 maggio autorizzava la Sirma Hotels spa ad occupare il suolo pubblico in piazza Italia «con pedana con strutture ombreggianti per somministrazione all’esterno del cibo e bevande», per il periodo dal 22 maggio 2020 al 9 ottobre 2020 e una superficie concessa di 70 metri quadrati a terra. L’autorizzazione di maggio veniva integrata con autorizzazione del 18 giugno 2020, con cui il Comune di Perugia autorizzava la Sirma Hotels spa a occupare la medesima area «con ulteriore pedana e con strutture ombreggianti per somministrazione all’esterno del cibo e bevande» per il periodo dal 19 giugno 2020 al 9 ottobre 2020, per una superficie concessa di 20 metri quadrati a terra. Le autorizzazioni venivano prorogate per il periodo dal 10 ottobre 2020 al 31 dicembre 2020.
Nell’ottobre dello scorso anno il controllo della polizia municipale ha dato la stura all’ordinanza finita al Tar in cui, tra l’alto, veniva evidenziata la rimozione di una struttura ritenuta «dall’Amministrazione comunale “per nulla assimilabile” a quelle per cui la società aveva ottenuto l’autorizzazione di occupazione di suolo pubblico e ritenuta realizzata in assenza di titolo edilizio e paesaggistico, in area sottoposta a vincolo, preannunciando in difetto l’esecuzione di ufficio e l’applicazione della connessa sanzione pecuniaria».
Nel ricorso la società titolare del super dehor ha messo in fila cinque passaggi per dimostrare che l’intervento del Comune non andava nella giusta direzione.

Tra l’altro la violazione di alcuni punti del regolamento per l’occupazione di spazi e aree pubbliche del centro storico per ristoro all’aperto eccesso di potere; ma anche «violazione dei principi di proporzionalità e ragionevolezza. L’autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico deve ritenersi prorogata fino al 31 marzo 2022». Ma il Tar ha dato ragione al Comune.

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