Perugia, rapinato due volte dalla stessa banda

Le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza dell'assalto alla sala giochi
di Michele Milletti
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Venerdì 1 Marzo 2019, 17:53
PERUGIA - Non molla. Anzi va avanti «innalzando ancora di più il livello di sicurezza dentro le mie tre attività, perché la sicurezza dei 15 dipendenti e di tutti i clienti che ogni giorno vengono nelle nostre sale giochi è l’urgenza primaria». Jordi Calvet Torrents, titolare della “Slot House” di Ponte San Giovanni presa d’assalto da un commando di sei rapinatori nella notte tra martedì e mercoledì, ha le idee chiare e la voglia di ripartire.
«Il tempo di rimettere a posto la struttura danneggiata e siamo già operativi - continua -. Certo sarà nostra cura aumentare ulteriormente il livello di sicurezza interno, già molto alto se si considera che come ogni sala giochi abbiamo almeno 16 telecamere e qualche mese fa ho installato i vetri anti sfondamento. Anche se purtroppo non è bastato».
Non è bastato a subire la seconda rapina in sette mesi. E come se non bastasse la rabbia per i due colpi e per i tanti danni subiti per colpa dei banditi, c’è anche un terribile sospetto: «Anzitutto però voglio sottolineare una cosa cui tengo molto - dice -. E cioè esprimere il più profondo e sincero ringraziamento alle forze dell’ordine e alla magistratura, non solo per come si stanno adoperando per rintracciare i banditi ma anche per l’opera che carabinieri e polizia in questi mesi hanno fatto di controllo quasi quotidiano nelle mie attività. Controlli sulla clientela, sugli avventori, per capire se sotto le mentite spoglie di un normale giocatore potesse nascondersi qualche malintenzionato. Anche se abbiamo subito questa seconda rapina, lo sforzo fatto da loro e in particolar modo dai carabinieri di Ponte San Giovanni diretti dal maggiore Mirko Fringuello è encomiabile. E per un’attività come la nostra è molto importante. Siamo aperti a tutti e l’unica discriminante è il comportarsi bene, ma sentire le forze dell’ordine vicine fa sempre bene. Il sospetto che ho? Che si tratti degli stessi dello scorso agosto. È un mio pensiero, ma guardando le immagini delle due rapine noto delle somiglianze che non credo possano essere casuali».
Il modo di agire, la sicurezza con cui si muovono nel locale e anche la presenza di una persona che dà gli ordini e che, secondo quanto raccontano i filmati, ha un elemento nel vestiario distintivo che probabilmente potrebbe servire per identificarlo come il capo e renderlo in questo modo visibile sempre al resto della banda, tutti rigorosamente incappucciati.
«Perché hanno preso di mira proprio noi? Non lo so - continua Calvet - probabilmente anche l’essere vicini alla E45 può influire». Un elemento colpisce: «Teniamo le porte chiuse, abbiamo il vetro anti sfondamento e le telecamere, eppure sono riusciti a individuare probabilmente l’unico punto debole: il fermavetro, l’infisso su cui è incorniciato il ventro anti sfondamento. Lo hanno preso a calci e colpi con un palo e sono riusciti a creare un pertugio per entrare, armati di pistole e spranghe». Segno che qualcuno per qualche tempo può essersi finto cliente per studiare il punto in cui colpire». Il sospetto è che dunque possano essere, almeno i basisti, persone del posto.
La vicenda ha creato agitazione anche tra gli altri imprenditori del settore e non è da escludere vengano aumentate forme si sorveglianza della clientela per evidenziare eventuali movimenti sospetti.
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