Perugia, il premio ai comunali pagato in ritardo

Perugia, il premio ai comunali pagato in ritardo
di Luca Benedetti
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Martedì 9 Giugno 2020, 13:00
PERUGIA - Una settimana ad alta tensione per i mille dipendenti del Comune. Orfani dei mini dirigenti scaduti e al di là dall’essere rinnovati, la partita si gioca sul contratto integrativo decentrato, sui rapporti con l’amministrazione comunale e sui rapporti di forza tra le varie sigle sindacali.
Così si arriva alla proclamazione dello stato d’agitazione con una nota interna di mercoledì scorso, cancellata in fretta e furia ieri dopo che la delegazione trattante di parte pubblica ha accettato di sedersi al tavolo. Tavolo mai più convocato, emergenza Covid-19 imperante, che era il motivo principe con cui Cgil, Cisl, Uil e Confsal e una oparte della Rsu avevano alzato il tiro. Con una rottura rumorosa del fronte sindacale visto che il Csa e il Diccap quella nota sullo stato di agitazione non l’hanno neanche sfiorata.
Con lo stato d’agitazione che si è mossa con la mail a tutti i dipendenti e l’incontro in prefettura per trovare una soluzione che stava per essere convocato, si raccontano i buoni uffici dell’assessore al ramo, Luca Merli, per uscire dal blocco. Almeno niente barricate, vertice oggi pomeriggio, ma i problemi restano.
Per esempio fondo sindacali assicurano che non c’è più tempo per veder pagati ai milleduecento che lavorano sotto le insegne di palazzo dei Priori la retribuzione di risultato. Cioè il premio di produttività che, in genere vine pagato a giungo. Anche quest’anno tutto è in procinto di slittare di un mese. Si va a fine luglio e il bonus ferie per molti arriva ai tempi supplementari. Una cifra che, in media, fatta una mano di conti, dovrebbe toccare i mille euro lordi a dipendente, ma che le buste paga vedranno solo ad estate avanzata.
Il resto della sfida che alzala tensione è scritta nelle nota con cui i confederali e il Confsal avevano indetto lo stato d’agitazione. E se la convocazione in fretta e furia per oggi pomeriggio serve per aprire una canale di contatto, restano sul tappeto i nodi che le quattro sigle sindacali avevano messo nero su bianco fino al punto di spingersi alla protesta.
In particolare il fatto che dallo scorso anno si è fermata la trattativa per il contratto integrativo decentrato che era scaduto già nel 2018. Pochi passi e malfermi che si sono interrotti non solo per l’emergenza coronavirus che, secondo Cgil, Cisl, Uil e Confsal territoriali e una parte della Rsu poteva essere bypassata con le riunioni in teleconferenza. Tra i temi caldi da affrontare c’è quello della turnazione. Eppoi la partita delle posizioni organizzative, cioè i mini dirigenti, che «si aggiunge come difficoltà nella attività dell’amministrazione».
 
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