Perugia, ospedale sotto pressione per ricoveri Covid e influenza: letti con il contagocce

Perugia, ospedale sotto pressione per ricoveri Covid e influenza: letti con il contagocce
di Luca Benedetti
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Martedì 10 Gennaio 2023, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 10:20

L’effetto feste si rovescia sull’ospedale Santa Maria della Misericordia. Ieri giornata critica sul fronte dei ricoveri, sia per quelli Covid che quelli per legati al virus influenzale stagionale. Tanto complessa che a metà pomeriggio veniva segnalata solo la disponibilità di non più di due posti letto Covid.
Tant’è che era in attesa di ricovero, e si era sentito prospettare un ricovero nelle strutture di Pantalla o magari di Spoleto, era arrivato al punto di tornarsene a casa. Situazione specifica che poi si è risolta anche al grande lavoro a del bed manager (il manager dei letti) che dal 118 gestisce le possibilità di ricovero in base alla gravità con gli hub di Perugia e Terni in prima fila quando si tratta di situazione di criticità.
Dal Santa Maria della Misericordia confermano che quella di ieri è stata una giornata di grande pressione. Non solo per il Covid, ma anche per gli effetti dell’influenza con l’impegno delle Medicine che hanno dovuto rispondere alle richieste di ricovero soprattutto degli anziani. Situazione di pressione che è esplosa alla fine del periodo festivo, periodo che ha anche tolto il cuscinetto dei medici di famiglia per il ponte della Befana. Così ieri le situazioni più critiche hanno mandato un po’ in affanno la struttura del Santa Maria della Misericordia. Pressione che ha riguardato anche il Pronto Soccorso visto che le difficoltà di alcune dimissioni (in alcuni casi, in base alle necessità dei pazienti, non sono state effettuate nei tempi previsti entro mezzogiorno) hanno fatto da tappo ai nuovi ricoveri chiedendo alla struttura dell’emergenza di gestire le attese per i letti a reparto. 
Gli esperti la chiamano situazione (e gestione) dinamica, ma chi si ritrova in attesa di un letto o di una destinazione fuori Perugia fa i conti con una situazione di comprensibile difficoltà.
I TIMORI DELLA CISL
Sulla situazione della sanità regionale, dopo l’intervista a Il Messaggero, torna a farsi sentire il segretario regionale della Cisl, Angelo Manzotti. Che prende spunto, tra l’altro, dall’addio di diversi professionisti alla sanità regionale (l’ospedale di Perugia l’ha lasciato il dottor Raffaele Manta che da inizio anno è diventato direttore di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di area vasta Toscana nord ovest), per chiedere ancora una volta alla Regione di cambiare passo. Per Manzotti si tratta di una «criticità che non trova prospettive risolutive da parte della Regione, per noi troppo impegnata su questioni politiche legate all’assessorato alla Sanità». «Se da una parte - spiega Manzotti - abbiamo le nostre eccellenze che decidono, per ragioni economiche o di prospettive di carriera, di lasciare la nostra regione, dall’altra abbiamo i giovani specializzandi che già all’inizio della propria attività decidono di lasciare il nostro territorio. Per non parlare dei senior, i medici con più esperienza, che sempre di più abbandonano il pubblico per lavorare nel privato perché non adeguatamente valorizzati nelle strutture nelle quali sono stati impegnati per anni». La preoccupazione della Cisl Umbria è sulle conseguenze di queste scelte. «Quello che sta accadendo - spiega Manzotti -, in prospettiva potrebbe portare a far considerare l’Umbria come una grande macro area interna. Se vogliamo che questo non accada dobbiamo attraverso il dialogo sociale lavorare per creare le sinergie affinché i professionisti possano restare nella sanità umbra, dando così risposte alle esigenze dei territori e dei cittadini».

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