Perugia, operaio morto al lavoro: titolare indagato per omicidio colposo

Perugia, operaio morto al lavoro: titolare indagato per omicidio colposo
di Michele Milletti
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Venerdì 20 Gennaio 2023, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 07:28

PERUGIA - Un volo da cinque metri d’altezza. Un impatto avvenuto di testa che non gli ha lasciato speranza. Il dramma di Roberto Raspati, mortto lunedì mattina mentre stava lavorando nella zona di San Mariano, è stato rivissuto ieri nel corso dell’autopsia svolta dal medico legale Massimo Lancia e del consulente di parte, il medico legale Sergio Scalise Pantuso.
Perché la procura ha iscritto nel registro degli indagati il titolare della ditta di pulizie per cui lavorava il 57enne magionese, residente a Monte del Lago, conosciuto e apprezzato in tutta la comunità.
Un atto, quello dell’iscrizione nel registro degli indagati, che ha permesso e permetterà anche all’indagato stesso di poter avere la massima tutela e garanzia per quanto riguarda gli accertamenti che la procura sta valutando per giungere a stabilire le cause della morte di Raspati.
Le indicazioni giunte dall’esame autoptico sono infatti molto importanti, soprattutto perché non sarebbero emerse cause di morte imputabili a un malore, ma non del tutto esaustive e andranno necessariamente ad incastrarsi con gli accertamenti svolti e in corso di svolgimento da parte della polizia e soprattutto degli specialisti dell’Unità complessa prevenzione e sicurezza luoghi di lavoro della Asl 1, diretti da Giorgio Miscetti.
A loro infatti spetta si fornire agli inquirenti risposte ed elementi importanti circa quelle che sono le dotazioni e i dispositivi di sicurezza sul lavoro presenti al momento dell’incidente che purtroppo si è rivelato mortale, lunedì mattina in quella palazzina nella zona del Girasole.
STRAGE SILENZIOSA 
Parla senza mezzi termini di «strage silenziosa» Cisl Umbria nel commentare questo nuovo dramma sul posto di lavoro. «Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita». Il 2023 si apre con un’altra vittima sul lavoro. 
Per la Cisl Umbria è arrivato il momento di dire basta a questi tragici incidenti: «I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, continuano ad essere allarmanti, drammatici.

Nel 2022 gli incidenti sono aumentati rispetto all’anno precedente del 23,3 per cento. Venti sono stati invece i morti con l’ultimo decesso avvenuto a Castel Viscardo a fine dicembre. In attesa di comprendere dalle autorità competenti cosa sia accaduto a Corciano, come Cisl Umbria siamo convinti che dobbiamo fermare questa lunga scia di sangue, una strage silenziosa che non può diventare un dato statistico, rassegnazione. Servono maggiori controlli da parte degli organi preposti che debbono essere rafforzati numericamente nei presidi».

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