Omicidio Meredith, conto alla rovescia
per la quarta sentenza su Amanda e Raffaele

Omicidio Meredith, conto alla rovescia per la quarta sentenza su Amanda e Raffaele
3 Minuti di Lettura
Domenica 19 Gennaio 2014, 17:14
FIRENZE - Ultime battute per il processo Kercher: la sentenza arriva gioved prossimo.

Riprende infatti lunedì con la seconda parte dell'arringa della difesa di Raffaele Sollecito il processo bis in corso a Firenze a carico di Raffaele Sollecito e dell'ex fidanzata Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher, uccisa nella sua abitazione di via della Pergola a Perugia il primo novembre del 2007.

A prendere la parola questa volta sarà il legale perugino di Sollecito, l'avvocato Luca Maori. Successivamente potrebbero già iniziare le repliche che verranno interrotte per riprendere il 30 gennaio, giorno in cui dovrebbe essere emessa l'ennesima sentenza per l'omicidio Kercher. In caso di condanna, almeno Raffaele Sollecito, rischia di tornare in carcere, se il procuratore generale di Firenze ne chiedesse la custodia cautelare in carcere in attesa del giudizio definitivo della Cassazione. Intanto, difese, accusa e parti civili cercheranno in ogni modo, in questo poco tempo a disposizione, di portare la Corte d'assise d'Appello di Firenze presieduta dal giudice Alessandro Nencini, dalla loro parte. La battaglia è aperta e c'è da scommettere che ancora una volta sarà asprissima. Giulia Bongiorno, che nella scorsa udienza è stata protagonista di un'arringa dura e puntigliosa. Giulia Bongiorno, in particolare ha sostenuto che «l'aggressione è stata fatta da una sola persona e quella persona è stata già condannata: si tratta di Rudy Guede. Tutto il resto sono indizi inventati su Amanda e scagliati addosso a Raffaele. Sono tutti e due innocenti - ha aggiunto Bongiorno rivolta alla Corte - li assolverete tutti e due, ma vi prego: considerate Raffaele per quello che è non per i mezzi indizi. Il processo deve avere delle prove, per troppi anni c'è stata una responsabilità riflessa a carico di Sollecito». Nel corso della lunga arringa, durata circa sei ore, l'avvocato Bongiorno ha sostenuto che Sollecito è finito «sotto processo solo perchè è l'altra metà di Amanda, che era un imputato ideale». «È un processo basato sul nulla», ha ripetuto più volte il legale, che ha definito «camaleontico» e «monco» il movente dell'accusa.Nel corso della sua ricostruzione, l'avvocato Bongiorno ha sottolineato che la camera da letto di Meredith, dove fu assassinata, è «grondante di tracce di Rudy Guede», mentre «non ci sono tracce di Amanda o Sollecito». L'avvocato Bongiorno si è poi soffermata a lungo su uno dei reperti all'esame del processo, il gancetto del reggiseno di Meredith su cui venne trovata una traccia assegnata a Raffaele Sollecito: si tratta dell«'unico elemento che lo collega al luogo del delitto». Ma quando fu refertato, avvenne «in una scena del delitto che era ormai una sorta di discarica, in un ambiente ormai inquinato». Bongiorno peraltro ha messo in dubbio l'attendibilità dell'attribuzione della traccia allo stesso Sollecito.

Erano stati invece gli avvocati di Amanda Knox nella scorsa udienza a dire che la giovane americana «è molto preoccupata, perchè si ritiene innocente, rischiando una condanna a 30 anni». «Lei non dorme la notte e segue con attenzione il processo», avevano aggiunto i legali. Ma come ha spiegato più volte la Knox, lei non verrà in Italia nè per il processo nè per la sentenza. Raffaele invece, secondo quato riferito dal suo stesso padre, «non intende scappare, non ha motivo nè intenzione di sottrarsi al processo. Penso che lo abbia ampiamente dimostrato». E il 30 gennaio, giorno della sentenza, in aula a Firenze incontrerà nuovamente i fratelli di Meredith Kecher che arriveranno in Italia appositamente per sentire con le loro orecchie la decisione dei giudici fiorentini. Che, a prescindere dall'esito, potrebbero non essere gli ultimi a pronunciarsi sulla vicenda.
© RIPRODUZIONE RISERVATA