Perugia, per la mala movida altri 4 ragazzi in ospedale

Perugia, per la mala movida altri 4 ragazzi in ospedale
di Michele Milletti
2 Minuti di Lettura
Martedì 14 Giugno 2022, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 07:58

PERUGIA Botte. Aggressioni. Serate che cominciano per divertirsi e finisconoal pronto soccorso.Ormaisembra quasi nonfare piùnotizia, perché è il resoconto di ogni fine settimana.Ma proprioper questo la situazione andrebbe analizzata in manieraapprofondita. Altri quattro ragazzi in ospedale, altri quattro giovani vittime della folliachesiscatena per un bicchiere di troppo o per un’occhiataccia: i referti di aggressioni e violenze si accumulano all’ospedale Santa Maria della misericordia e anche il fine settimana appena concluso non ha fatto sconti. Sono almeno quattro infatti le persone finite in ospedale dopo aver fatto a botte o comunque essere state aggredite nei luoghi principali della movida cittadina. Il più giovane a fare le spese della follia del week end è un ragazzino di poco più di sedici anni, che al personale medico sanitario del pronto soccorso ha raccontato di essere stato vittima di un’aggressione da parte di «persona conosciuta».Letto incontroluce significa vittima di una scazzottata o comunque di un’aggressione durante la serata di sabato all’esterno di uno dei locali che in questo momentoradunanopiùpersone. Ma non finisce qui. Perché, come detto, altre tre persone sono state costrette a ricorrere alle cure del personale dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. Secondo quanto si apprende, si tratta di tre giovanidietàcompresetra25e30 anni.

Anche in questo caso si tratterebbe di situazioni di violenza scoppiate durante le ore più intense della movida, con zuffe partite per motivifutiliechefinisconocontre ragazziinospedale. E anche se le ferite riportate non sono particolarmente gravi, quello che resta è un bilancio comunquepesante. Sono infatti una trentina i giovanissimi e meno giovani finiti in ospedale nelle ultime settimane, a seguito delle botte date e prese soprattutto nei locali o all’esterno di bar e luoghi della movida, ma anche per situazioni di fortissima tensionedentrocasa. Una situazione letteralmente esplosa nell’ultima settimana, dal momento che nei primi due week enddi giugno sonoquindici le persone rimaste ferite, costrette a ricorrereallecuredel personalemedico sanitario e che nella maggior parte dei casi hanno raccontato di essere state vittima di aggressione. Un numero sicuramente impressionante, che deve far riflettere. E all’interno del quale una componenteparticolarmenrealtariguarda giovani e giovanissimi. Sicuramente la fascia della popolazione più duramente messa alla prova da due anni di pandemia, di chiusure e di coprifuoco. Ma è chiaro ed evidente come lo scoppio quasi incontrollato di questi episodi di violenzaebullismononpossanoe nondebbano esseremessiincollegamento unicamente con il coronavirus. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA