Qui succede l’imprevisto, purtroppo non infrequente nel trasporto aereo: tutti i componenti dello Ius Perusia, pur essendosi tempestivamente recati presso lo scalo fiorentino, non vengono chiamati per l’imbarco. O meglio, non avviene alcun imbarco. Nessuna informazione e tanto meno assistenza viene data loro così come a tutti gli altri passeggeri dello stesso volo. Si sparge la voce, poi rivelatasi infondata, che il volo sia stato addirittura cancellato. Alla fine la squadra degli avvocati parte, ma l’arrivo a Madrid avviene con circa tre ore di ritardo.
La Compagnia aerea non va oltre le rituali scuse al microfono da parte del comandante. Ma la compagnia ignora che a bordo dell’aereo vi sono quasi 30 avvocati . Tornati in Italia, comincia a quel punto un vero e proprio braccio di ferro tra la Compagnia spagnola e l’avvocato Simone Marchetti, in rappresentanza dei suoi colleghi passeggeri. La vertenza si è conclusa con la sentenza del Giudice di Pace di Perugia nr. 299/2019 che, accertando il ritardo lamentato dai passeggeri, ha obbligato la Compagnia aerea al dovuto risarcimento, oltre che alla refusione delle spese legali.
«Secondo la normativa in vigore - spiega l’avvocato Simone Marchetti - il risarcimento, in caso di ritardo aereo superiore alle tre ore, spetta in automatico; ovverosia anche se il passeggero non è in grado di provare e documentare un particolare danno subito. Sono molto soddisfatto perché, a fronte della strenua resistenza opposta dalla Iberia Airlines, tutti i miei assistiti/colleghi hanno ottenuto un giusto risarcimento».
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