Perugia, gli hotel illegali aiutano il crimine

Perugia, gli hotel illegali aiutano il crimine
di Giovanni Camirri
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Martedì 17 Luglio 2018, 20:26
PERUGIA L’abusivismo nell’accoglienza può aiutare il crimine. La questione ruota tutta intorno al problema che vede chi utilizza alberghi illegali, affittacamere sconosciuti o appartamenti in nero e non viene registrato. La totale assenza delle schedine presenze, che invece vengono compilate e consegnate alla pubblica sicurezza ogni giorno, non permette di sapere chi si trova e per quanti giorni in quel luogo di permanenza. La questione dell’abusivismo è delicata e per questo va affrontata sia dal versante di pubblica sicurezza, sia per garantire a chi, onestamente tra albergatori, affittacamere e cittadini che mettono legalmente a disposizione le proprie abitazioni per periodi più o meno lunghi, il rispetto di norme e regole. Una questione, quella dell’abusivismo che va oltre il “nero” e le forme di evasioni fiscale. Il mondo grigio dell’illegalità si muove su un filo sottilissimo che utilizza il passaparola ed evita forme pubblicitarie sia di ultima generazione che di vecchio stampo. La questione delle “schedine presenze” è il fulcro intorno cui tutto ruota. La pubblica sicurezza non saprà mai se una persona per bene stia fruendo di un albergo, di un affittacamere o di un appartamento in affitto, ma saprà di sicuro se in quella strutture c’è un ricercato, qualcuno che deve scontare una pena o una destinatario di un atto amministrativo da eseguire prima possibile. Situazioni che comprendono tanto i rintracci quanto, ad esempio, i decreti di espulsione. La positività ai riscontri di polizia attraverso le banche dati, che avviene in maniera automatica, porta a ristabilire i giusti livelli di legalità. L’assenza di quei riscontri, causata dalla ricettività illegale, può trasformarsi in una forma di copertura per malintenzionati. Sulla vicenda abusivismo nella ricettività, importante è la voce di Vincenzo Bianconi, presidente di Federalberghi Umbria. «La questione - spiega il presidente Bianconi - è articolata. Ci sono nuove forme di ricettività che non ci vedono contrari, ma rispetto alle quali sottolineiamo la necessità di una previsione normativa efficace che consenta anche alle istituzioni di poter esercitare i previsti controlli. C’è poi il tema dell’abusivismo in senso stretto che tra strutture, alloggi e camere si porta al seguito diverse problematiche. Si va dai criteri di sicurezza degli immobili, come nel caso dell’anticendio solo per fare un esempio, fino alle questioni fiscali arrivando all’assenza di documenti che garantiscano trasparenza verso il cliente. Se in un palazzo c’è una struttura abusiva si può verificare anche l’ipotesi, in caso di vendita - prosegue - , di un calo di valore delle altre abitazioni che magari sono stati acquistate con i sacrifici di una vita. A subire i rischi potenzialmente maggiori sono gli alberghi cosiddetti “entry level”, quelli di fascia media che devono fare i conti con le nuove, e non normate forme di ricettività, e con l’abusivismo e con il sommerso posto in essere da soggetti che non sono chiamati - conclude Bianconi - a dare a dare servizi».
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