Seicentomila euro di Iva evasa a fronte di transazioni per 2,5 milioni e sanzioni che vanno da un minimo di 1,2 milioni di euro a un massimo di 2,4 milioni. È in sintesi l’attività di verifica conclusa dai funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Perugia nei confronti di una ditta individuale con sede a Perugia che operava nel settore del commercio di capi e accessori di abbigliamento. La merce, a quanto è stato possibile ricostruire grazie anche alla cooperazione con le autorità doganali di Germania, Grecia, Malta, e Ungheria, veniva sdoganata in alcuni Paesi dell’Unione Europea e trasferita in Italia Ad amministrare la ditta un imprenditore di origine asiatica che indubbiamente conosceva bene i meccanismi fiscali italiani e non solo. L’uomo, infatti, risulterebbe coinvolto in casi di frode la definitiva vendita.e Iva ai danni di altri Paesi Ue.
II titolare della ditta aveva indicato quale sede un ufficio a Perugia che però, all’accertamento, è risultato inesistente.