Perugia, un quartiere sfida gli spacciatori. Vademecum anti spaccio: «Chiudere sempre gli sportelli dei contatori che i pusher usano per nascondere la droga»

Perugia, scorcio notturno di Porta Pesa
di Fabio Nucci
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Sabato 13 Marzo 2021, 13:45

PEUGIA - Il loro slogan è insieme si può, ma spesso si trovano a citare anche Kennedy riadattando la celebre frase, “non chiederti cosà può fare per te la tua città, chiediti cosa puoi fare tu per la tua città”. I residenti di Porta Pesa e Borgo Sant’Antonio hanno raccolto la sfida lanciata dall’omonima associazione, da dieci anni impegnata a risollevare il quartiere dal degrado. Con un cambio di passo che oggi vede i cittadini impegnati anche nel difendere strade, abitazioni e attività dai balordi dello spaccio e della droga. Obiettivo quasi raggiunto, almeno di giorno.
L’ultima iniziativa dell’associazione, in costante contatto con le forze dell’ordine e sempre presente ai tavoli permanenti sul centro storico istituiti in questura, è l’operazione di sensibilizzazione avviata verso i cittadini, in particolare i proprietari immobiliari. «Sentendo anche il Comune e l’assessore alla sicurezza Luca Merli – spiega Nicola Capizzi, portavoce dell’associazione Porta Pesa-Borgo Sant’Antonio – e con l’intervento poi dei vigili urbani e della polizia siamo riusciti a liberare un locale commerciale che pur senza i minimi requisiti era stato affittato». Il risultato? Inquilino mandato via e proprietari multati. E sempre grazie alle segnalazioni dei cittadini, l’associazione è riuscita a far sgomberare anche un fondo che, dotato di una finestrella sulla strada, fungeva da supermarket della droga. «Abbiamo chiamato le forze dell’ordine e contattato il proprietario, facendo presente la situazione che si era venuta a creare.

Polizia e vigili urbani intervengono subito, ma non possiamo abbassare la guardia». Se di giorno, grazie anche a un quartiere più vissuto («in via del Pasticcio abbiamo riportato i bambini a giocare a pallone per strada e questo agli spacciatori dà molto fastidio»), c’è stata una diminuzione dello spaccio, la sera, chiuse le attività commerciali, resta sempre un po’ di movimento. «Spesso tornano, ma stiamo lavorando anche su questo: l’importante è vivere il quartier senza paura ed avere fiducia nelle forze dell’ordine». Così, il passo successivo è stato formalizzare una sorta di vademecum in un volantino distribuito nel quartiere e pubblicato nella pagina facebook dell’associazione. «Diamo tre semplici indicazioni determinanti per tenere bene il quartiere: chiudere sempre il portone del palazzo, fare attenzione che non ci siano tentativi di occupazione abusiva di fondi o appartamenti, chiudere sempre gli sportelli dei contatori che i pusher usano per nascondere la droga». L’idea è riconquistare gli spazi e superare il degrado, contrastando prima di tutto l’abbandono. «Stiamo combattendo una battaglia, ma la vittoria è ancora lontana», aggiunge Nicola. «Ci piacerebbe però che questo modello di ascolto e di azione (i residenti segnalano molto anche a noi) fosse esportato in altri quartieri cittadini: ci vuole impegno, ma non è impossibile».

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