PERUGIA - Prima le battutine, poi qualche accenno malizioso più spinto. Le mani che si avvicinano ai fianchi come se fosse uno scherzo a un amico in spiaggia. Il tono imbarazzato che non basta ad allontanarlo, finché quelle mani arrivano addosso in maniera pesante e il «no» diventa finalmente una denuncia. Perché non si tratta di un gioco, ma di una violenza. Subita addirittura da un superiore in corsia, quando non c'era nessuno a cui chiedere aiuto.
E la denuncia l'hanno presentata due specializzande del Santa Maria della misericordia contro il dirigente medico con cui si sono trovate a lavorare in reparto. Un collega di poco più grande, loro circa trentenni lui quarantaquattrenne, che adesso è stato sospeso dal servizio per sei mesi. Lo ha stabilito il gip Natalia Giubilei (la procura aveva chiesto i domiciliari) con l'ordinanza di applicazione della sospensione che è stata eseguita mercoledì dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria. Il medico, noto nell'ambiente, è adesso «gravemente indiziato del delitto di violenza sessuale».
I fatti sono relativi a due episodi diversi del 2019 e della fine del 2020, uniti nello stesso fascicolo dopo la denuncia della seconda specializzanda.
La prima vittima delle molestie aveva già segnalato tutto agli inquirenti e pure alla direzione dell'Azienda ospedaliera, che aveva anche presentato un esposto. Da qui sono partite le indagini degli uomini agli ordini del tenente colonnello Giovanni Mele, coordinate dal procuratore capo Raffaele Cantone, che hanno fatto emergere le avances sessuali del dirigente nei confronti delle due dottoresse, dopo gli «accertamenti ed i riscontri necessari per delineare al meglio la vicenda e far emergere i profili di responsabilità, così raccogliendo gli elementi probatori che hanno portato all’emissione della misura applicata». Il medico, difeso dall'avvocato Nicola Barocci, sarà interrogato dal gip lunedì mattina per spiegare la sua posizione. Ma intanto rischia anche un pesante procedimento disciplinare. Ieri infatti il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Marcello Giannico, ha sottolineato come «la direzione aziendale ha fornito la massima collaborazione nelle indagini all’autorità giudiziaria e, alla formalizzazione del provvedimento interdittivo, attivato le procedure finalizzate a valutare il comportamento del dipendente sotto il profilo disciplinare. Le indagini sono ancora in corso e coperte dal segreto d’ufficio. Ringraziamo l’autorità giudiziaria per il lavoro svolto e auspichiamo una rapida conclusione delle stesse con una chiara identificazione delle responsabilità».