Perugia, dipendente col doppio lavoro: la Provincia lo licenzia

Perugia, dipendente col doppio lavoro: la Provincia lo licenzia
di Luca Benedetti
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 14:16
PERUGIA - Un caso tira l’altro. E la Provincia di Perugia si trova a fare i conti non soltanto con l’agente infedele che ha intascato gli incassi delle violazioni al codice della strada, ma ha anche dovuto affrontare il caso di un dipendente che faceva il doppio lavoro. Naturalmente senza alcun tipo di autorizzazione né rispettando i limiti che la legge concede a chi lavora nel pubblico impiego. L’Ente guidato dal presidente Luciano Bacchetta lo ha scoperto ed è arrivato il licenziamento in tronco. Azione legittima di tutela dell’ente pubblico anche nei confronti di chi, tutte le mattine, timbra il cartellino e lavora in maniera corretta.

L’INDAGINE
Da quello che il Messaggero ha appurato da autorevoli fonti di piazza Italia, il dipendente provinciale che è stato licenziato, operava come addetto alle strade. Ma aveva una seconda vita lavorativa come autista in una azienda di trasporti. Doppia vita lavorativa andata avanti per un pezzo fino a che è stata scoperta da una doppia verifica, quella che la Provincia fa abitualmente sulle presenze in servizio dei dipendenti e di quella dell’Ispettorato del lavoro che avrebbe individuato il doppiolavorista. Così la Provincia non ha potuto far altro, carte alla mano, che nominare e convocare l’apposita commissione che ha emesso un verdetto di fatto inappellabile: il dipendente andava licenziato. In genere, spiegano da piazza Italia, le verifiche sula corretta presenza al lavoro dei dipendenti e anche sul corretto utilizzo dei badge per contabilizzare la presenza al lavoro, viene fatta a campione. E periodicamente il controllo vine ripetuta. LA 104 Nel caso del dipendente che è stato licenziato, ci sarebbe stato anche un alto passaggio importante: l’uomo era titolare di benefici legati alla legge 104, quella che permette di assistere i familiari malati. Ma, dai riscontri effettuati, non ci sarebbe stato un uso scorretto dei permessi retribuiti per l’assistenza tanto da svolgere il suo secondo lavoro nel momento in cui era in permesso.

LA LEGGE
Il divieto di svolgere un secondo lavoro, per i dipendenti pubblici, non è assoluto. Ci sono, infatti, dei casi in cui è possibile. Ma serve l’autorizzazione dell’amministrazione alla quale il lavoratore appartiene. Ciò è consentito se il rapporto di impiego sia a tempo parziale, e impegni il 50% del tempo rispetto all’incarico a tempo pieno. In questi casi, generalmente, per il dipendente pubblico è possibile svolgere una seconda attività. Però, è necessario che l’amministrazione di appartenenza svolga in via preliminare un controllo sulla natura del secondo lavoro. Se l’ente riterrà che quel lavoro sia compatibile con il ruolo ricoperto dal lavoratore, darà l’autorizzazione. Cosa che non è avvenuta nel caso del licenziamento dell’addetto alle strade perché l’operaio non si è mai sognato di chiedere l’autorizzazione. Scontata, per la vicenda del doppio lavoro, la segnalazione alla Corte dei Conti.
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