Perugia, Coronavirus: «Non possiamo allentare». Pronta la nuova ordinanza: Superiori e Medie altra Dad

Claudio Dario
di Luca Benedetti
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Venerdì 20 Novembre 2020, 10:24

PERUGIA - «I dati non depongono a favore di un allentamento dell’attenzione. Per ora abbiamo solo un rallentamento della crescita del virus». Lo dice il direttore della Sanità regionale Claudio Dario nel tradizionale punto sull’andamento del Coronavirus. Parole che aprono la strada, di fatto, alla proroga, di un’altra settimana, fino a domenica 29, dell’ordinanza che, tra l’altro, obbliga le scuole medie e le scuole superiori alla Dad oltre alla chiusura dei supermercati e dei negozi la domenica (aperte solo farmacie, tabaccherie ed edicole). Confermato anche il blocco dello sport dilettantistico regionale.
Le parole di Dario hanno fatto da apripista alla riunione del Comitato tecnico scientifico regionale che ieri pomeriggio ha esaminato la situazione. Che sì migliora un po’, ma non cambia. Cioè non c’è un’inversione della curva della crescita dell’epidemia. Troppo deboli i segnali di stabilità arrivati un po’ a intermittenza per permettersi una riapertura generalizzata nonostante l’Umbria, che è in zona arancione, abbia messo in campo, misure che hanno anticipato prima e sono state più stringenti poi del Dpcm che resta in vigore fino al 3 dicembre. Dal Cts regionale ieri pomeriggio è arrivato un input chiaro: un’altra settimana di misure sono necessarie. Poi se ci sarà la necessità di armonizzare i provvedimenti regionali fino al 3 dicembre o l’Umbria potrà alzare un po’ la testa uniformandosi alla scelte del governo, verrà valutato nei prossimi giorni. Oggi ci sarà un passaggio politico, cioè in giunta regionale si discuterà delle indicazioni del Cts, e poi la presidente Donatella Tesei firmerà l’ordinanza.
GLI ESPERTI
Se il dg Dario ha anticipato in maniera netta che non c’erano le condizioni per un allentamento delle misure di contenimento del Covid-19, Marco Cristofori e Carla Bietta del nucleo epidemiologico regionale, hanno spiegato che i segnali di una frenata del virus, anche se ci sono, non sono stabili. Cioè sono troppo deboli. E che ci vuole altro tempo per vedere se la curva dei positivi, dei ricoveri (compresi quelli nelle terapie intensive) e se il numero delle vittime, calano in maniera costante. Tra l’altro gli effetti hanno un tempo ritardato rispetto alla misure prese: 14-15 giorni sulla curva dei positivi fino ad arrivare a 20-30 per quella dei ricoveri in ospedale e dei decessi.
PRESSIONE SUGLI OSPEDALI
Il dato di ieri della situazione negli ospedali aiuta a capire: 446 ricoverati, due in più rispetto a mercoledì e 76 posti letto di terapia intensiva occupati, uno in più. Con un tasso di occupazione delle terapie intensive da parte dei malati Covid-19 che si attesta al 58% e quelli dei reparti nelle aree non critica che arriva al 50%. 
GLI SPOSTAMENTI
Un dato che gli esperti del gruppo epidemiologico regionale hanno analizzato è quello degli spostamenti. Il combinato dispoto delle ordinanze regionali e del Dpcm hanno fatto crollare le presenze nelle zone considerate ad alto rischio sul fronte degli assembramenti. Così, dal primo ottobre al 15 novembre la mobilità in stazioni di treni e bus, supermercati, bar, ristoranti, parchi e farmacie è scesa del 50%. In particolare la mobilità in alimentari, farmacie e negozi all’ingrosso è scesa dell’81%, in bar, ristoranti, cinema e centri commerciali è caduta del 71% nelle stazioni di bus e treni del 42% e nei parchi del 32%. I picchi con il segno meno davanti sono statti notati nei week end con particolare riferimento alle domeniche quando le chiuse dei luoghi considerati a rischio affollamento, sono più pesanti. In tutti i casi il punto più basso è stato raggiunto domenica scorsa.
VENTILATORI POLMONARI
Nuova richiesta del commissario straordinario Domenico Arcuri alla Regione di rendicontare l’utilizzo dei ventilatori polmonari. Sia quelli arrivati dalla Protezione civile durante la prima fase dell’emergenza, sia quelli arrivati per altre vie, cioè le donazioni. Dato necessario ad aggiornare e tenere sotto controllo anche la situazione dei posti letto di terapia intensiva regione per regione.
 

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