Perugia, condannato il torturatore di gatti di San Sisto

Volontarie della Lav Perugia all'esterno della Corte d'appello (foto facebook)
2 Minuti di Lettura
Martedì 30 Aprile 2019, 18:24 - Ultimo aggiornamento: 21:14
PERUGIA - La Corte di appello ribalta la sentenza del Tribunale di Perugia, che aveva assolto dal reato di uccisione di animali un uomo accusato di aver ucciso, scuoiato e appeso un gatto nei pressi di una scuola, condannandolo a quattro mesi di reclusione e al risarcimento del danno a Lega anti vivisezione che si era costituita parte civile.
I fatti risalgono a settembre 2014, quando nelle vicinanze di una scuola di San Sisto era stato esposto il cadavere di un gatto scuoiato. Nell’ambito delle indagini i carabinieri entrarono in un garage e trovarono quattro maschere in pelle costituite da teste di gatto scuoiate, una ghigliottina, uno strumento per immobilizzare gli animali, vari utensili da chirurgo e siringhe usate, un vaso di vetro contenente una testa e zampe di gatto immerso in liquido, altri vasi di vetro immersi in materiale organico, coltelli, uncini e martellini, «fatti per il quale il giudice di primo grado aveva rimesso gli atti alla Procura, poiché non presenti nel capo di imputazione e per i quali si aprirà un processo nel mese di settembre 2019» dicono dalla Lav Perugia.
 
«Esprimiamo soddisfazione per la sentenza della Corte di Appello di Perugia resa possibile anche grazie all’istanza che abbiamo presentato alla Procura con cui si chiedeva di appellare la sentenza di primo grado – dichiara Ilaria Innocenti, responsabile nazionale LAV Area Animali Familiari  – ma servono pene più severe ed efficaci per coloro che maltrattano e uccidono animali. Proprio per questo motivo LAV ha lanciato la campagna #CHIMALTRATTAPAGA cui è possibile aderire firmando la petizione presente sul nostro sito».
 
Piena soddisfazione anche dalla Sede LAV di Perugia, presente all’udienza: «LAV Perugia ha seguito da vicino ogni fase di questa delicata vicenda processuale e finalmente giustizia è stata fatta. – dichiara Graziella Gori, responsabile sede LAV Perugia – ci auguriamo che questa condanna faccia da apripista, affinché i reati contro gli animali non rimangano impuniti. Chiediamo, inoltre, al sindaco di emettere un’ordinanza di divieto di detenzione di animali nei confronti del condannato. Grazie anche all'avvocato Gemma Bracco per l’assistenza legale e per l’impegno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA