«Per questo concorso niente pressioni, quindi prendiamo i più bravi...»

«Per questo concorso niente pressioni, quindi prendiamo i più bravi...»
di Michele Milletti
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Domenica 5 Maggio 2019, 12:52
PERUGIA - «Io… allora... non c'ho avuto grandi pressioni da nessuno, quindi tu fai il concorso che devi fare. Come tu sai, ci sono persone dentro quindi...i più bravi cerca di prenderli». La frase che pronuncia Emilio Duca, una delle migliaia intercettate dai finanzieri di Perugia e finite nella richiesta di misure cautelari della Procura perugina, suona come un pugno allo stomaco.

Una frase in cui sembra essere riassunto il senso e le implicazioni peggiori di Concorsopoli, o Sanitopoli che dir si voglia. Ovvero: visto che nel caso del concorso «per la copertura a tempo indeterminato di 3 posti di collaboratore professionale contabile categoria “d”» non sono arrivate pesanti sollecitazioni dai «referenti politici» (per gli investigatori soprattutto Bocci, Barberini e la Marini per tramite di personaggi, sempre della politica, a loro vicini), da sindacalisti, imprenditori e funzionari pubblici vari, allora si possono prendere le persone migliori. I più bravi. Quelli cioè che a, rigor di logica, dovrebbero essere scelti sempre alla fine di una selezione. Specie quando si parla di salute.

Accuse tutte da dimostrare, con gli indagati che avranno modo di far valere le proprie verità, ma che stando alle intercettazioni tracciano un quadro grave.

Tutto ciò sembra suonare anche come una conferma indiretta di ciò che pensano negli uffici della Procura di via Fiorenzo Di Lorenzo e in quelli del comando provinciale della guardia di finanza: che per gli altri, per ora, otto concorsi finiti nel mirino degli investigatori il criterio del merito sia stato quasi completamente disatteso.

In realtà qualche pressione a Duca e Valorosi (agli arresti domiciliari assieme a Bocci, mentre Barberini è stato liberato qualche giorno fa) arriva anche per questo concorso. E non sono pressioni da poco, dal momento che si tratta della figlia di un imprenditore, Pierotti (anche lui tra i 35 indagati della prima parte dell’inchiesta) «con interessi nel settore delle telecomunicazioni, ha buone relazioni ed entrature. A detta di Duca - scrivono i magistrati nella richiesta di misure cautelari - Pierotti ha un solido legame con Walter Orlandi, che lo avrebbe aiutato nell’assegnazione di alcuni appalti proprio all’interno dell’azienda ospedaliera di Perugia nel periodo in cui egli aveva la direzione. Proprio in virtù di tale forte rapporto, Orlandi ha più volte perorato la causa della figlia di Pierotti nel corso della procedura concorsuale, telefonando insistentemente al direttore generale».

La donna al termine del concorso arriverà settima ed è un risultato importante dal momento che, scrivono i magistrati, si tratta di un posto utile «per le future e prossime assunzioni».

Ma proprio in relazione alla figlia di Pierotti, le intercettazioni rivelano anche le situazioni interne dell’azienda ospedaliera.«Sicuramente non è gradita qua dentro, un cavallo così, detto francamente, perché i rapporti con Orlandi, Valorosi e sto Pierotti, dicono... che non sono buoni. Però tutto ciò, io non la conosco, non so manco com'è fatta, e chiaramente poiché Orlandi non parla».
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