Perugia, gli avvocati del Comune fanno causa alla giunta per i bonus tagliati. E per gli incentivi ridotti c'è chi va al Tar

Palazzo dei Priori
di Luca Benedetti
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Domenica 23 Aprile 2023, 07:00
Gli avvocati di palazzo dei Priori fanno causa alla giunta Romizi. E a palazzo dei Priori si innesca una battaglia legale sugli incentivi. C’è chi va al Tar, chi presenta un ricorso straordinario al presidente della Repubblica con la giunta presa tra due fuochi.
Tutto nasce dalla modifica dei regolamenti relativi ai compensi legali e agli incentivi. Gli avvocati di palazzo dei Priori (un dirigente e due posizioni organizzative) fino all’ottobre scorso potevano sommare al trattamento economico complessivo (stipendio, indennità di risultato e indennità di posizione per un dirigente) anche un compenso legale per tutte le causa valutate positivamente. Che non significa necessariamente vinte, ma anche sconfitte onorevoli (per le casse del Comune). Il limite di quel compenso era pari, in un anno, al cento per cento del trattamento economico complessivo. Cioè, alla fine dell’anno, potevano raddoppiare lo stipendio (al lordo). L’eccedenza veniva trasferita all’anno successivo sempre con il limite del cento per cento. Questo regolamento è in vigore dal 2014, prima c’era l’assetto con l’avvocato Cartasegna all’ufficio legale che non prevedeva un limite. Situazione che scatenò non poche polemiche.
Quel regolamento vale anche per i dipendenti per i cosiddetti incentivi-gare (per esempio arriva l’incentivo se una gara d’appalto si chiude senza contestazioni e ricorsi), ma l’incentivo non può superare il 50% del trattamento economico complessivo. Un anno fa palazzo dei Priori cambia le carte in tavola. Per i dipendenti l’incentivo in eccedenza non viene riportato all’anno successivo, ma diventa economia. Cioè resta nelle casse del Comune. Apriti cielo. Piero Martani dipendente che aveva diritto a quelli incentivi un anno fa ha presentato un ricorso al Tar ed è in attesa che si giochi la partita. Anche per i dipendenti dell’Avvocatura c’è stato il taglio delle eccedenze. Ma attenzione: la decisione è arrivata solo lo scorso ottobre e non è retroattiva come per i dipendenti. Gli avvocati del Comune fanno così causa alla giunta impugnando la delibera, ma non davanti al Tar bensì davanti al Consiglio di Stato passando per il ricorso straordinario al presidente della Repubblica. Per difendersi, in questo caso, il Comune prevede di spendere 10mila euro.
A sentire il commento sollecitato a Piero Martani che è andato al Tar, viene fuori una sorta di tutti conto tutti. «Avendo presentato ricorso al Tar, su quelle che appaiono essere le medesime ragioni-spiega Martani- posso comprendere bene le motivazioni dei colleghi avvocati. In questo momento è inutile polemizzare sulla pittoresca situazione che vede il Comune di Perugia essere in conflitto legale con i suoi stessi avvocati, o sui significativi costi che questa doppia diatriba comporta sulle casse comunali. Ad ogni modo, attenderò fiducioso le decisioni dei rispettivi giudici (Tar per il sottoscritto e Consiglio di Stato per i colleghi avvocati ricorrenti) e con me anche molti altri colleghi interessati.
Sono questioni molto sentite nel Comune di Perugia, in quanto nel merito poggiano sulla violazione degli stessi diritti. 
Nel frattempo, però, ritengo sia doveroso che l’amministrazione dia a tutti i suoi dipendenti e, perché no, ai cittadini, una risposta chiara che ai più appare anche semplicemente doverosa: perché il taglio dei compensi è stato fatto per i dipendenti retroattivamente sulle attività già concluse e per gli avvocati a valere solo sulle attività future? Un’amministrazione pubblica non dovrebbe essere imparziale nei principi fondanti e pertanto garantire il massimo della parità di trattamento?».
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