Nel carcere di Perugia gara di soliderità per un bambino di 19 mesi dopo l'arresto della mamma

Nella foto d'archivio il carcere di Capanne
2 Minuti di Lettura
Domenica 2 Aprile 2023, 09:38

C'è un nuovo suicidio di un detenuto nel carcere di Terni e c'è la gara di solidarietà scattata nel carcere di
Perugia tra la polizia penitenziaria per assistere un piccolo di 19 mesi in cella con la mamma, come altri due neonati, contemporaneamente nella stessa struttura: facce di «un mondo complesso, una comunità nella quale ci sono anche grande solidarietà e gesti umani importanti» ha sottolineato il Garante della Regione Umbria per i detenuti Giuseppe Caforio. Il quale, parlando con l'Ansa, ha definito «una singolare e rara
coincidenza» la presenza contemporanea dei tre piccoli, di due, sei e 19 mesi, con le madri nella struttura di Capanne. «Una situazione anche di emergenza - ha detto Caforio - legata anche al fatto che il bambino di 19 mesi non stava bene».

Per il Garante le mamme appena arrestate «erano stordite e disperate anche perché alcune avevano altri figli dai quali erano state separate». «Tutto questo - ha proseguito - aveva creato un contesto di particolare sofferenza. La polizia penitenziaria ha fatto cose alle quali non era tenuta: sono andati in farmacia,
hanno attivato il pediatra e hanno comprato tutto quello che serviva per poter risolvere il problema. Una mobilitazione e una presenza non solo di dovere ma affettiva, vera, materna. Come in tutte le comunità c'è il buono e il cattivo ma tantissimi gesti encomiabili di grande umanità ed è bene che si sappia».
«Più volte nella mia esperienza di Garante - ha ricordato ancora Caforio - ho assistito ad agenti della penitenziaria cui i detenuti hanno confidato ansie ed angosce. Talvolta nasce una strana alleanza nella quale ciascuno sa di dover svolgere il proprio ruolo ma nel rispetto c'è spesso una forma di
solidarietà umana».
Per il Garante «a fronte di tante notizie brutte che arrivano dal carcere come suicidi, autolesionismo e disperazione a volte ci sono esempi illuminanti», con la polizia penitenziaria e la parte amministrativa che «fanno cose meravigliose». «Quella carceraria - ha aggiunto - è una realtà della quale non si ama
parlare. Spesso ci giriamo dall'altra parte e invece bisogna riappropriarsi di questo contesto perché le testimonianze che arrivano da lì possono migliorare la stessa società. Con una funzione di prevenzione, un esempio che può essere un deterrente per chi intende commettere reati e al contempo per fa sì che chi
ha sbagliato possa avere un percorso di riabilitazione e un'opportunità bisogna sempre concederla»

© RIPRODUZIONE RISERVATA