Perugia, in un anno 840 armi tolte dalle mani dei violenti. Distrutte 600 tra pistole e fucili

Alessandro Drago e Roberto Conti
di Michele Milletti
4 Minuti di Lettura
Domenica 6 Novembre 2022, 08:41

Un’emergenza nell’emergenza. Perché se quella delle liti, delle violenze (in famiglia, per strada, nei condomini) e degli eccessi soprattutto nelle notti del fine settimana rappresenta una percentuale sempre più importante negli interventi di ordine pubblico, ecco che un’altra importantissima e delicatissima fetta di quegli interventi riguarda un necessario e determinante approfondimento di carattere preventivo. Che in questo significa togliere le armi dalle mani e dalla disponibilità di chi fa della violenza una ragione di vita. Di chi può potenzialmente prendere una pistola o un fucile e fare fuoco su chi in famiglia non segue le sue indicazioni, sul vicino considerato molesto, o sullo sconosciuto con cui si ha un confronto per la strada.
Situazioni che succedono continuamente e che in passato hanno visto proprio questo drammatico e inaccettabile epilogo.
GLI INTERVENTI
E allora ecco come, a fianco dell’attività di squadra volante e squadra mobile, come anche del reparto prevenzione crimine, si muovono i poliziotti della divisione Pasi, che tra i tantissimi compiti hanno anche quello di controllare come chi detiene le armi in casa abbia le carte in regola, da un punto di vista legale e medico-psicologico, per farlo. Specie in una provincia in cui ci sono diecimila persone armate. Diecimila persone in possesso di porto d’armi, che ovviamente possono detenere anche più di un’arma.
Ebbene, da inizio anno sono 840 le armi “pericolose” in quanto nella disponibilità di persone pericolose tolte di mezzo dai poliziotti dell’Amministrativa. Sono 600 quelle distrutte, mentre 240 sono state sequestrate. Numeri alti, che testimoniano da un lato come i reati da codice rosso (cioè violenze di genere e nei confronti delle fasce deboli) , le risse e le liti siano in aumento ma anche come le forme di controllo messe in campo dalla polizia e dalle altre forze dell’ordine siano notevoli.
LOCALI CHIUSI
E non finisce qui se si considera l’altro versante considerato decisivo sul fronte della prevenzione in fatto di sicurezza e ordine pubblico: la chiusura di locali pubblici in cui avvengono eventi gravi o in cui la presenza di pregiudicati è continua e comporta il venire alla luce di disordini.
In quella che, come la definisce il dirigente della Pasi Alessandro Drago (dirigente anche dell’ufficio Anticrimine) «è un’attività più nascosta ma molto importante e che non si limita soltanto al rilascio di passaporti e porto d’armi, fondamentale per la sicurezza in generale della collettività» nei primi dieci mesi dell’anno si sono registrate le chiusure di dieci locali. Un numero che letto alla luce di quelli dello stesso periodo degli anni precedenti fa riflettere: l’anno scorso i provvedimenti alla luce dell’articolo 100 del Tulps (il testo unico di pubblica sicurezza) erano stati sei, nel 2019 appena quattro. Dei dieci in questione tre riguardano bar, 3 discoteche, 3 esercizi di vicinato e due circoli privati con provvedimenti di sospensione dell’esercizio da 10 a 30 giorni. «In alcuni casi si è registrato il verificarsi di eventi gravi all’interno o nelle immediate vicinanze: gravi disordini, risse, in una occasione una violenza sensuale. In altri casi si è preferito prevenire la commissione di reati: vicinato e bar dove c’è la ripetuta presenza di pregiudicati accompagnati in alcuni casi da disordini. In alcuni casi riscontrate mancanze da parte dei titolari. In altri casi a prescindere da un’inosservanza da parte del titolare» continua Drago che, assieme al collega Roberto Conti, sottolinea come contestualmente (e in diversi casi contemporaneamente) siano stati firmati dal questore Giuseppe Bellassai anche 43 Daspo Willy, ovvero il divieto ad entrare nei locali pubblici, ma anche a sostare nelle loro immediate vicinanze, nei confronti di persone che si sono macchiate di atti di violenza o che hanno commesso reati all’interno o all’esterno di discoteche, sale da ballo, bar, circoli privati e negozi di vicinato. Divieti che nella maggior parte dei casi superano l’anno e mezzo.
«In quest’ultimo anno - sottolineano dalla questura - con il venire meno delle limitazioni imposte dalla normativa finalizzata a prevenire la diffusione del contagio da Covid-19, c’è stata una forte spinta della popolazione, soprattutto le fasce più giovani, a tornare alla normalità, ad uscire e a viaggiare.

Contemporaneamente a questa ripresa delle attività sociali, il questore, ha intensificato le attività di controllo del territorio e di polizia di prevenzione, con l’obiettivo di prevenire i fenomeni illeciti e tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA