Da Perugia al mare ora si arriva in
un baleno. Ma senza esagerare!

Da Perugia al mare ora si arriva in un baleno. Ma senza esagerare!
di Ruggero Campi
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Giovedì 11 Agosto 2016, 17:33
Eccezionale veramente! Due strade aperte simultaneamente e al mare ci si arriva in un baleno. Gli annunci pubblicitari da parte di coloro che subivano la distanza a causa della tortuosità delle strade si affrettano a sottolinearlo: “ora con la nuova strada gli acquisti da noi sono più agevoli”, oppure “il 15 di agosto vieni a pranzare da noi percorrendo la nuova strada...”.
Tutto bene quello che finisce bene, è un classico; per il momento, almeno fino alla prossima puntata di Report, le brutte storie sulla costruzione delle due strade si dimenticano e tutti (io già l’ho fatto) a curiosare passeggiando su e giù da Perugia a Gualdo Tadino e viceversa, così come da Perugia a Civitanova. Tutti rigorosamente con il cronometro in mano: “lo sai? Da Pontevalleceppi a Casacastalda in 15 minuti”. Oppure, “da Foligno a Civitanova in 45 minuti”.
Qualcuno, com’è la migliore tradizione del vanto automobilistico (in questo l’automobilista è molto simile al pescatore), bara, ma minuto più minuto meno, quelli sono i tempi medi di percorrenza.
Appassionatamente verso il mare, verso il porto ed anche, ahimè, verso un aeroporto alternativo a quello di Sant’Egidio. Eh sì, perché essendo ora così vicina Ancona la concorrenza è diventata reale, agguerrita e – già si mormora –  “se ci sono più collegamenti la rotta di Ancona è preferibile”. Vedrete qualcuno darà la colpa alla concorrenza della bontà del brodetto di pesce.
Le strade prima principali, ora d’incanto alternative, si sono liberate per la gioia dei ciclisti i quali potranno fare la consueta pedalata del pesce azzurro senza guardarsi continuamente alle spalle. I benefici dell’apertura verso il mare sono pressoché illimitati a patto che si faccia rifornimento di carburante prima delle varianti; difatti sulle nuove tratte non c’è traccia di stazioni di servizio con colonnine elettriche (un sogno!) o di aree attrezzate per il ristoro. Immagino se gli autisti di autotreni, bus e furgoni volessero fare una sosta: non saprebbero dove fermarsi. Sono il primo ad ammettere che le aree attrezzate costano, ma quando si parla di opere pubbliche il costo deve necessariamente fare rima con servizio e, parlando di strade, con sicurezza.
All’inizio delle due varianti, sarà allora bene, in alternativa, prevedere dei cartelli con su scritto: “fate rifornimento di carburante prima” oppure “fermatevi ora o tra 45 minuti, dopo l’Umbria” oppure “appena in Umbria”, venendo dal mare. Qualcuno direbbe… lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.
Stupidaggini? Non credo. Leggerezze progettuali, piuttosto.
Ma torniamo alla guida della nostra amatissima automobile, per l’occasione accuratamente lavata. Se ora per andare ad Ancona ci si mettono 75 minuti, passando per Gualdo Tadino attraverso la Via Salaria Fabbrianese diretta per le Marche (così recita a Pontevalleceppi un cartello stradale murale in attesa di restauro), quando saranno aperti gli altri due tratti in 60 minuti scarsi saremo già tra le meraviglie del Conero o tra quelle altrettanto attraenti dell’Umbria provenendo dal mare. L’automobilista tuttavia, non si accontenta mai! Dopo la prima percorrenza, per sua natura cieca, inizia a notare i difetti: nessuno è perfetto, figuriamoci le due famigerate varianti.
Per andare a Gualdo Tadino, trascurando l’imbuto della galleria a doppia percorrenza, tra Valfabbrica e Casacastalda i salti e balzelli sono di casa e pericolosi. E poi tutte quelle luci in galleria (degne del miglior Natale) saranno certamente a norma ma così accuratamente orientate per abbagliare l’automobilista sono indubbiamente pericolose: provate per credere. Presto, non Vi fate illusioni, germoglieranno le buche, particolarmente amate soltanto dalle imprese di manutenzione e a questo punto vedremo come verrà gestita la conservazione dell’opera pubblica. Nel frattempo godiamocela e non facciamo troppe critiche, almeno limitiamoci a quelle costruttive. Certo, a quelli della mia generazione mancherà la gita verso il mare con soste forzate a beneficio dei passeggeri posteriori, così come l’indimenticabile spuntino seduti sull’immancabile copertina per l’evenienza ripiegata nella bauliera con l’accuratezza che solo la mamma poteva avere.
Chissà se una App slowcar ® alla fine ci indurrà a fare comunque la vecchia strada, se non altro per trasmettere ai nostri figli quelle sensazioni che in quei percorsi si possono provare. Potrebbe essere il tema di un concorso vintage.
Comunque, è d’obbligo il buon ferragosto a tutti da parte dell’ACI e prudenza ovunque Voi andiate!
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