Perugia, allarme tarli a San Francesco al Prato

L'interno dell'auditorium di San Francesco al Prato
di Luca Benedetti
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Venerdì 16 Agosto 2019, 22:21
PERUGIA - Se non preoccupa la caduta di sassi e pietre dalle mura delle Rocca Paolina, la situazione è più delicata a San Francesco al Prato. Almeno da quel poco che trapela dalle difese alzate a palazzo dei Priori dove c’è un particolare riserbo. Da qualche settimana, dopo l’evento di Umbria Jazz che ha restituito San Francesco al Prato alla città in attesa degli ultimi ritocchi (la vicenda poltrone si è chiusa con la riassegnazione dell’appalto), c’è preoccupazione perché nelle capriate della copertura sono spuntati i tarli. Una sorpresa per gli stessi tecnici comunali.
Gli indizi che hanno portato prima al sospetto e poi alla certezza dell’attacco dei tarli, sono stati quelli tradizionali. La presenza di segatura sul pavimento segno del lavoro dei tarli nel legno delle capriate e poi la presenza degli insetti morti. A quel punto a palazzo dei Priori avrebbero convocato alcuni esperti per un sopralluogo molto accurato e per una verifica della situazione.
Qualcuno, tra i corridoi del palazzo parla della necessità di un «intervento importante» che arriva un po’ a sorpresa l’attesa dopo la conclusione di un progetto che la città ha sognato per tanti anni. «Importante» nasconde anche una prima ipotesi di spesa: circa 70-80 mila euro per la bonifica e il trattamento del legno.
La presenza dei tarli nel legno delle capriate viene visto un po’ come un l’ultimo ostacolo alla completa fruizione dell’auditorium, anche se i più ottimisti fanno capire che in recuperi di questo tipo su situazioni come quelle in corso a San Francesco al Prato ci si deve fare un po’ i conti.
A palazzo dei Priori stanno facendo i conti e sperano, al di là dell’importo da spendere, che il guai non pesi sull’utilizzo dell’auditorium per gli eventi che servono per un lancio definitivo della struttura.
La città ha riabbracciato San Francesco al Prato dopo venti anni di attesa. Il complesso monumentale era stato riaperto per un’anteprima con visite guidate organizzate dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” in collaborazione con il Comune domenica 19 maggio. In quell’occasione furono più di 1300 i perugini che si gustarono la meraviglia in anteprima. Poi la serata per Umbria Jazz (ma la prima volta fu nel 1987, l’ultima dieci anni dopo poi arrivò il terremoto che mise ko la struttura)con l’esecuzione del progetto “Seven Dreams” commissionato al pianista Uri Caine. Qualche settimana dopo è esploso il problema dei tarli.
Il progetto per il recupero di San Francesco al Prato ha unito la cura dello studio architettonico con l’approfondimento degli aspetti tecnologico-acustici, per valorizzare uno dei luoghi simbolo della città dalla capacità complessiva di circa 500 posti. I lavori hanno portato alla realizzazione dei camerini e dei relativi servizi igienici, restauro dello scalone di collegamento camerini-auditorium, il completamento del pavimento dell’auditorium, la realizzazione degli impianti di riscaldamento, elettrico, di amplificazione, antincendio, la realizzazione della nuova centrale termica. Complessivamente l’investimento per la realizzazione dell’appalto è stato di 4,3 milioni di euro.
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