«Con la gara di ieri contro il Benevento si è chiuso il programma degli impegni ufficiali dei biancorossi per la stagione 2022-2023 ed è stato decretato il rompete le righe». Con questo laconico comunicato si è mestamente chiusa la stagione calcistica 2022-2023 del Perugia, tra le più tribolate che storia ricordi, costellata da una serie di errori macroscopici e che ha visto arrivare la retrocessione attraverso il fallimento del progetto tecnico legato a Fabrizio Castori.
L’addio del tecnico di San Severino Marche è scontato e fuori da ogni discussione, lo sarebbe stato con ogni probabilità anche in caso di salvezza a causa di rapporti ormai logori da tempo. Gli errori della società sono evidenti, primo tra tutti proprio quello di avere scelto il tecnico probabilmente meno adatto a raccogliere l’eredità di un giochista come Alvini e di avere, l’estate scorsa, scientemente privato la squadra della qualità di cui era dotata per darle gamba e atletismo che alla riprova dei fatti si sono rivelati da soli del tutto inadeguati alla categoria.
La parentesi Baldini ha dimostrato che una squadra con queste caratteristiche solo da Castori poteva essere guidata e questa si è rivelata un’arma a doppio taglio perché con lui il Perugia ha poi dovuto arrivare fino in fondo.
Qualora non dovessero verificarsi cambi a livello societario, questo ne segnerà comunque il probabile addio (si parla di un interesse del Vicenza), anche in considerazione del fatto che il suo contratto prevedeva l’opzione della permanenza in caso di salvezza. In ogni caso servirà dunque prima di tutto un ds in grado di rimodulare la rosa rendendo il monte-ingaggi adeguato alla Serie C, monetizzando tramite la cessione dei pochi pezzi pregiati, riposizionando le ambizioni e puntando anche (e forse prevalentemente) sul minutaggio dei giovani.